Leonardo è stato intervistato ai microfoni di Gazzetta TV. Lontano dai riflettori, dopo squalifica subita da dirigente del Psg, Leonardo è tornato anche a parlare della sua esperienza al Milan da mister, una volta terminata quella da giocatore.

Ecco le sue parole riguardo il rapporto con il patron rossonero e le cause che furono alla base dell'allontanamento: "La rottura con Berlusconi fu una cosa normale, ho vissuto con tanto fuoco, ma ora capisco quasi che le cose devono funzionare così, immagino che per Berlusconi gestire tutte queste cose deve essere quasi impossibile. Non fu un singolo episodio a complicare il nostro rapporto, fu un qualcosa che ci fu sempre nel corso della stagione e che alla fine ci fece separare. Stando a fianco di Galliani per sei anni ho imparato come funziona una società di calcio, per me è stata un'esperienza fondamentale, come andare in università con il professore migliore. Ed è colpa sua se sono finito sulla panchina del Milan. Mi ha fatto una testa così e alla fine gli ho detto di sì".

Sui ricordi vissuti sulla panchina rossonera, l'ex trequartista brasiliano ha parlato così: "In panchina mi divertivo a vedere giocare la mia squadra, insieme in campo c'erano Pirlo, Seedorf, Ronaldinho, Pato e Borriello. E pio due terzini giovani come Abate e Antonini che facevano un lavoro straordinario per dare sbocchi in più alla nostra manovra di gioco. Secondo me abbiamo fatto una grande stagione quell'anno, considerando anche i problemi fisici che abbiamo affrontato. Ero consapevole che il Milan in quel momento cominciava un periodo di transizione. Maldini aveva smesso, Ancelotti era andato via dopo aver vinto tutto e poi c'era stata la cessione di Kakà al Real Madrid."