Adriano Galliani oggi compie 71 anni e per l'occasione ha rilasciato un'intervista fiume alla Gazzetta dello Sport. Tantissimi gli argomenti affrontati dall'AD della parte sportiva del Milan, che torna a parlare dopo un lungo periodo in cui aveva scelto la strada del silenzio e del profilo basso per concentrarsi sul mercato del club.

Si parte dal rapporto strettissimo e di lunga durata con Silvio Berlusconi"Con il presidente ho un rapporto antecedente al calcio che risale al primo novembre 1979. Da quel giorno siamo sempre stati in sintonia. Noi ci parliamo moltissimo, da sempre. E alla fine di questi confronti ci troviamo d’accordo. Il presidente è democratico, non fa valere il suo ruolo, ma cerca di convincermi con il ragionamento. Qual è la scelta che ha difeso con più determinazione davanti al presidente? La conferma di Allegri nell’estate 2013. I difetti di Berlusconi? Tutti li abbiamo... Ma credo che lui ne abbia qualcuno meno degli altri. Ed è infinitamente migliore di come viene descritto dalla stampa e da chi non lo conosce." Rapporto idilliaco con Silvio, non sempre con Barbara con cui però ora c'è piena sintonia: "Le auguro di realizzare tutti i suoi sogni. Le dimissioni? Ho sofferto molto in quei mesi, ma nella vita bisogna guardare avanti e non pensare al passato. Doppio ad? Il nuovo assetto è stato deciso da Silvio Berlusconi. Noi prima l’abbiamo accettato e poi condiviso. Accettato con fatica? Per quanto riguarda me, sì: un po’ di fatica. Ma adesso siamo in piena sintonia. Buonuscita? È una cattiveria. Io non sono un dipendente del Milan, ma un amministratore. E un amministratore non ha nessuna buonuscita quando va via."

Un altro personaggio della storia del Milan con cui si dice Galliani abbia un rapporto non idilliaco è Paolo Maldini. A questo proposito Galliani precisa: "I rapporti sono buoni, Paolo è la leggenda dal Milan. Non ho mai avuto alcun problema con lui e non c’è nessuna preclusione nei suoi confronti. Gli avevo offerto la direzione del settore giovanile con ampia autonomia, ma lui ha rifiutato." Un no come quello di Carlo Ancelotti per la panchina ad inizio estate che ha poi portato alla scelta di Sinisa Mihajlovic come allenatore: "Il mio viaggio a Madrid non era senza speranze. Ancelotti è stato molto tentato dal ritorno al Milan. La causa principale del no è l’operazione a cui si è sottoposto e che lo sta obbligando tuttora a due mesi di stop. Mihajlovic, comunque, era già stato individuato. La scelta di Mihajlovic è un segnale di discontinuità con il recente passato. Ha tutte le caratteristiche che servono oggi a Milanello. Mi ricorda Capello. Emery? È stato fortemente in lizza un anno fa." Ancora su Mihajlovic e sulle scelte con lui concordate aggiunge: "Partiamo dall’inizio. Nella cena ad Arcore con il presidente e Mihajlovic viene scelto di comune accordo il modulo: 4-3-1-2, quello della storia del Milan da Sacchi (che come trequartista aveva Donadoni) in poi. Così abbiamo scelto di avere due punte d’area – e Bacca e Luiz Adriano giocheranno insieme –, di spostare Menez sulla trequarti e di provare El Shaarawy alla Di Maria. Stephan era d’accordo a fare la mezzala sinistra, poi è arrivata l’offerta del Monaco e ha preferito andare. Adesso abbiamo quattro punte centrali (Matri e Niang non sono sul mercato), tre trequartisti (Menez, Honda, Suso) e Cerci che verrà utile in caso di cambio di modulo durante le partite." 

Si passa poi al mercato in entrata e in uscita, presente e passato con il rimpianto Pirlo: "Ibrahimovic? È sotto contratto con il Psg fino al 30 giugno 2016, non c’è altro da dire. Romagnoli? Dipende dalla Roma: noi abbiamo offerto 25 milioni. Ma se non lo vogliono vendere, non lo vendono. E se non arriva lui, noi restiamo così. Perché rinnovare a De Jong e Mexes? Perché possono dare ancora molto. E nel derby cinese con l’Inter l’hanno dimostrato. J.Martinez? A un passo dall’acquisizione, lui ha scelto l’Atletico Madrid. Ma noi siamo felici perché così abbiamo preso Carlos Bacca: grande giocatore, allenato da un bravissimo tecnico al Siviglia. L’errore più grande che ho fatto sul mercato? Lasciare andar via Pirlo: errore in compartecipazione con altri. Non mi chieda chi... " Il Milan cambia e sta per cambiare, ma Galliani sembra destinato a continuare ad esserne figura fondamentale.

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About the author
Francesco Nasato
24 anni, giornalista pubblicista, allievo della scuola di giornalismo dell'Universitá IULM, laureato alla Cattolica di Milano in Linguaggi dei Media. Editor di Vavel Italia, scrivo di calcio e Milan sul web e la carta stampata da quando ho 18 anni