Mario Balotelli torna a parlare da calciatore del Milan e lo fa in una lunga e intensa intervista alla Gazzetta dello Sport. Tanti i temi toccati da Super Mario che oltre a parlare del Milan, parla di sè, di come sia cambiato e anche degli obiettivi personali, tra cui la Nazionale e gli Europei.

Si parte dalla trattativa: "Com’è nato il ritorno al Milan? All’improvviso. Mino (Raiola, ndr) mi ha avvertito sabato: ‘fai i bagagli e prendi un aereo privato, torni al Milan’. Non c’è stato bisogno di aerei privati, ne ho preso uno di linea e sono tornato... Non mi voleva nessuno? Non è vero, sapevo che avrei avuto un’altra squadra, perché non sono finito. Ma sono grato al Milan, perché, dico la verità, non mi aspettavo mi avrebbe ripreso, puntando ancora su di me. Tornare qui è un sogno che si realizza, è la seconda chance che tanti non hanno avuto. Il Milan me la sta dando e sono fortunato." L'ennesima occasione di una carriera che sembra per molti già in fase discendente. Vietato fallire: "Ho una promessa da mantenere con me stesso, la mia famiglia, il Milan, Mihajlovic, Raiola e chi mi vuole bene... Riparto da zero. So che non posso più sbagliare niente, non posso pretendere nulla e devo riconquistare tutto. Mi metto a disposizione. Accetto ogni regola. Avrò spazio se lo meriterò. Ma non ho dimenticato come si gioca al calcio. Rientro pieno di energia, voglia di lavorare, entusiasmo. La mia partita non è ancora finita. Ho 25 anni, non sono più un bambino. E ho buttato via già troppe occasioni. E poi c’è la vita. Quella non la programmi. E quando ti presenta il conto all’improvviso, è li che cambi. Sono le situazioni che ti fanno maturare. Si tratti della gioia di capire cosa vuol dire essere padre o del dolore di perderlo, un padre."

Berlusconi non lo ha mai amato, ma questa volta ha accettato che Balotelli tornasse al Milan: "Berlusconi? Il sì di Berlusconi è stata la sorpresa più grande di tutte. Non me lo sarei mai aspettato. Quella frase su di me fu estrapolata da un contesto. Non sono mai stato una mela marcia. Ero un ragazzino, ora troverà un uomo. E lo ripagherò della fiducia." Fiducia, la stessa che ha mostrato per lui Sinisa Mihajlovic che conosce dai tempi dell'Inter: "Il mister mi conosce sin da quando ero ragazzo. Il problema non è mai stato la qualità, semmai il carattere. Si sentono sempre tante cose su di me, ogni aspetto viene amplificato, giustamente ha voluto guardarmi negli occhi, capire se avevo le motivazioni giuste. Mi ha ascoltato, senza farsi condizionare dai si dice, e già solo per questo lo ringrazio. Cosa gli ho detto? Che ho capito i miei errori. Che se mi avesse dato questa chance non lo avrei deluso. Che darò tutto quel che ho. Che sono un uomo adesso e problemi non ne creo. Che accetterò ogni sua decisione. Il mister è un leader, duro, onesto, schietto, leale. Non bluffa. Ti parla fissandoti negli occhi, come piace a me. Guarda l’uomo, non solo il calciatore. Si è esposto riprendendomi. Ho un grande debito verso di lui." Infine cosa si aspetta da questa stagione e una piccola curiosità: "Dove può arrivare il Milan? Spero e credo in alto. Siamo una bella squadra. Esultare dopo i gol? Me lo chiede anche Mihajlovic. È l’unica cosa che non mi sento di promettere, perché non mi viene naturale. È più forte di me. Ma ho festeggiato spesso, e la gioia c’è sempre, ve lo assicuro. Lasciatemi segnare il primo, e poi vedremo..." Senza dimenticare la maglia azzurra: "Sì ci penso, voglio fare bene col Milan riconquistare la maglia azzurra. Ma ora devo solo lavorare. Un passo alla volta. Se ne metto insieme tanti magari si arriva fino in Francia. Voglio giocare l’Europeo, farò di tutto per riuscirci. Rivedermi con la maglia della Nazionale era uno dei desideri di mio padre prima di morire. Lo devo anche a lui."

Balo is back, ma questa volta il margine di errore per lui è davvero minimo, se non nullo.