Ci si è guardati negli occhi ieri a Milanello per dire che cosa non è andato a Genova e per impegnarsi tutti insieme perchè la musica cambi già da Domenica sera contro il Napoli a San Siro. La visita di Adriano Galliani ieri nel centro sportivo del Milan non è stata solo l'occasione per l'a.d. di incontrarsi con Sinisa Mihajlovic, ma anche per avere, insieme all'allenatore serbo, un colloquio con tutta la squadra al completo.

Le parole sono state solo quelle di Mihajlovic e di Galliani, la squadra è rimasta ad ascoltare, forse consapevole del fatto che a parlare per lei deve essere il campo, devono essere prestazioni e risultati. E allora, oltre alla sconfitta che di sicuro non ha fatto piacere, di Genova non è piaciuto l'atteggiamento del primo tempo e l'approccio alla partita che il Milan ha avuto. Mihajlovic già nel riscaldamento aveva provato a svegliare i suoi ragazzi, apparsi già nel pre gara come un po' svagati e forse supponenti nei confronti di un avversario che in casa soprattutto è molto pericoloso. Le urla del serbo non sono però servita visto che il Milan nel primo tempo non ha giocato. Lo ha fatto, per assurdo, nella ripresa e sotto di un uomo. Il problema allora non è tattico o fisico, ma solo di concentrazione. 

Una situazione inaccettabile se sei un professionista, a maggior ragione se ti chiami Milan e vieni da due anni negativi. Quest'anno la società ha fatto vedere con gli investimenti sul mercato che si vuole provare a tornare grandi. Mihajlovic ci sta mettendo la propria parte, ma chi scende in campo sono i giocatori. Senza la giusta testa non si va da nessuna parte. Ecco perchè lo spartito del Milan deve cambiare. A partire già da Domenica sera contro l'orchestra azzurra del Napoli di Maurizio Sarri e del grande solista Gonzalo Higuain.