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Milan, parla Niang: "Balotelli? Deve approfittare di questo momento per riflettere"

Il giovane francese ammette: "Non ero pronto per il Milan, ora lo sono"

Milan, parla Niang: "Balotelli? Deve approfittare di questo momento per riflettere"
Milan, parla Niang: "Balotelli? Deve approfittare di questo momento per riflettere"
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Di Arianna Radice

Al Milan, ci viene da dire finalmente, sembra essere arrivato il momento di M'Baye Niang. Il giovane attacante probabilmente sarà titolare anche domani sera in Juventus-Milan, in un match che potrebbe valere la stagione. Dopo due mesi di inattività forzata, (infortunio al piede nel periodo estivo) il francesino è tornato contro l'Atalanta, facendo vedere ottime cose.

M’Baye Niang ha rilasciato un'intervista all'edizione odierna della Stampa, parlando prima della partita delicatissima di domani: "Partita da dentro o fuori? No, noi siamo sesti e loro stanno dietro. Manca tanto alla fine. Allegri? Mi ha lanciato e fatto vivere il momento più bello della mia carriera facendomi giocare contro il Barcellona. Mihajlovic? Ho ritrovato lo stesso feeling, mi voleva anche alla Sampdoria e fin dal primo giorno ho capito che intendeva portarmi in alto. Se troverò più spazio con il 4-3-3? Con Mihajlovic gioca chi lo merita, il modulo non c’entra. Siamo più sicuri, all’inizio c’erano un paio di cose da correggere. Adesso subiamo meno gol, facciamo più possesso palla e segniamo di più."

Parole anche per il suo amico Mario Balotelli, ai box per infortunio: "Balotelli? Deve approfittare di questo momento per riflettere. Tutti si dimenticheranno di lui e potrà lavorare tranquillo per tornare più forte di prima. Io so cosa significa stare fuori: quando non giochi non ricevi più cinquanta telefonate al giorno e hai il tempo per concentrarti meglio su di te e sul lavoro che devi fare". Infine Niang ha voluto esprimere la sua opinione sugli attentati che hanno colpito Parigi: "Ho sentito Pogba qualche giorno fa: nessuno durante Francia-Germania ha capito quello che stava succedendo, tutti i giocatori pensavano che sugli spalti fossero scoppiati dei petardi e hanno continuato a giocare. Hanno scoperto la verità alla fine ed è stata una sensazione devastante. Abbiamo sofferto insieme per la morte della cugina di Diarra. Ho letto le parole di Lassana e ha ragione: non dobbiamo fare la guerra, siamo tutti uguali, la religione non ha colore. Sono musulmano e i miei genitori mi hanno sempre insegnato a ringraziare Dio per tutto quello che ho".