Gianni Rivera ha deciso di raccontarsi: lo ha fatto attraverso una autobiografia inedita, perché ricca di foto, articoli e interviste del passato, non solo di scritti personali. Gianni Rivera non ha bisogno di presentazione, ha scritto pagine e pagine (quelle nel libro sono più di 500) di storia del calcio italiano, vestendo la maglia del Milan e della Nazionale. Giovedì 10 dicembre, presso il Salone d’Onore del Coni, Rivera ha presentato ufficialmente la sua autobiografia, suddivisa in due parti identificate con una frase. Ieri: “La passione anzitutto”, che racconta de ‘il Ragazzino’, ‘il Calciatore’ e del “Campione’ ed Oggi: “Valori, proposte e speranze” diviso in altrettanti tre capitoli, ’il Deputato’, l'Uomo di Governo e l'Uomo di Sport'. La cerimonia è stata inaugurata da un discorso di Giovanni Malagò. “E’ un onore per tutto il comitato italiano - ha dichiarato il presidente del CONI - ospitare la presentazione del libro di Gianni Rivera. Era doveroso per noi ospitare Gianni, una persona verso la quale penso di condividere con tutti gli italiani, a prescindere dal tifo calcistico, profonda stima e rispetto”.



Una vita impreziosita dal talento, che non si è mai dimenticata delle sue radici, da dove è cominciata. Gianni Rivera, oltre ad essere stato un calciatore stra-ordinario, è riuscito a trasmettere con la sua forte personalità valori importanti, tanto da entrare a far parte della vita politica in una seconda carriera. Una frase rispecchia il Rivera uomo: “Avevamo poco, ma per noi era già tanto. Non ci siamo mai lamentati” ha confessato durante la presentazione riferendosi alla sua famiglia. Poi ha continuato, “I miei genitori erano contadini, mi hanno insegnato la vita vera. La mia fortuna è stata la passione che mi ha trasmesso mio padre, quella per il calcio. E forse sono nato calciatore proprio grazie a lui. Dedico ai miei genitori questo libro.” Poi dice di non essersi mai emozionato, nemmeno all’esordio e nelle sfide importanti, però cede quando ripensa al gol segnato al Napoli con la maglia dell'Alessandria nel 1960: "Segnai l'1-0 e Pedroni (l'allenatore che lo fece esordire in Serie A) mi venne incontro con le lacrime agli occhi, mi fece giocare contro tutto e tutti".

Il talento, se non supportano da valori, resta bellezza visiva, superficiale, effimera; Rivera ha saputo raffigurare il Campione nella sua interezza. In campo ha dipinto un capolavoro, fuori lo ha impreziosito con una cornice eccezionale. "Abbiamo lanciato un progetto di vendita da soli, nessun editore ha accettato un’autobiografia con questa grafica, per l’editoria l’autobiografia è solo scritta. Non sono stato aiutato da nessuno scrittore, ciò che leggete l'ho scritto io. E' un percorso nuovo, ci avventuriamo" ha dichiarato l'ex stella rossonera. Che ora con l'arte dello scrivere rivive la sua arte genetica, quella calcistica. Ma non solo.