L'impressione è stata quella di una resa o se non altro di una grossa tentazione a mollare tutto già a metà Dicembre e trascinarsi sino alla fine della stagione. In attesa di che cosa è difficile da dire, visto che all'orizzonte le nubi sembrano essere grosse e scure come quelle di oggi.

Il pareggio di ieri contro il Verona a San Siro segue quello della scorsa settimana a Modena contro il Carpi. Due punti su sei contro le ultime due della classe non sono esattamente il ruolino di marcia di chi punta dichiaratamente ad un posto in Champions League. Oggi un miraggio vago, più che una possibilità o un obiettivo realistico. Risulta però inutile parlare di calcio se i primi a non farlo sono per primi i giocatori e l'allenatore del Milan. Mihajlovic e Bertolacci, infatti, ieri nel post partita, si sono scagliati contro gli arbitri e i media. I bersagli che come sempre si tendono a mirare quando non si hanno più argomenti a livello calcistico o tecnico-tattico da usare per giustificare o spiegare una prestazione. Il punto non è dire se il Milan ha ragione o torto in queste sue proteste, il punto è notare come queste lamentele arrivino non al termine di una serie di prestazioni brillanti, ma alla fine di un periodo troppo simile ad altri già visti nelle ultime stagioni. In più, a dare ancora meno vigore a questi sfoghi, il silenzio imbarazzante che ancora una volta si leva dagli ambienti societari. Nessuna presa di posizione, nessuna dichiarazione, solo la speranza, forse, che il tempo faccia passare in secondo piano quanto sentito ieri pomeriggio a San Siro. 

E dire che le aspettative ad inizio stagione erano totalmente diverse. Se ci si poteva attendere una difficoltà iniziale a livello di gioco, meno atteso, invece, il deficit a livello di grinta e fame di vittorie che il Milan continua a denunciare anche in questo campionato. Le frasi sono ormai sempre le stesse anche a livello di campo. "Abbiamo preparato la partita bene", "i ragazzi si sono allenati bene", "se giochiamo da Milan vinciamo sicuramente". Mihajlovic sembra arrivato sull'orlo di una crisi personale, una di quelle in cui uno non sa più da che parte girarsi. Siamo al 14 Dicembre, fino ad arrivare a Maggio la strada è ancora lunga e potrebbe non essere troppo piacevole per tutto il mondo rossonero.