Molte volte, da quando è arrivato al Milan, si è parlato dell'importanza di Bonaventura per i rossoneri. L'ex Atalanta è arrivato quasi sottotraccia, ma ci ha messo davvero poco a diventare indispensabile per i rossoneri. A prescindere dai vari allenatori che si sono alternati sulla panchina del Milan.

Ultimo Sinisa Mihajlovic, anche lui conquistato dalla tecnica e dall'intelligenza calcistica di Bonaventura. Ad inizio stagione è stato in panchina a causa di una condizione fisica non ottimale, ma da un certo punto in avanti si è avuta la netta sensazione che lui fosse ancora parte importante della spina dorsale della squadra che Mihajlovic aveva nella sua testa. E come spesso succede, dell'importanza di qualcuno o di qualcosa, te ne accorgi solamente quando non ce l'hai o manca. Esattamente quello che succede tra il Milan e Bonaventura. E' capitato a volte che i rossoneri non giocassero bene anche con lui in campo, ma è molto più dimostrata la situazione opposta, cioè che il Milan senza Bonaventura è un'altra squadra e non in positivo. Ultimo esempio Domenica contro l'Udinese. Lì sulla sinistra i suoi dribbling, i suoi movimenti e le sue giocate creano quasi sempre preoccupazione nelle difese avversarie e opportunità interessanti per i compagni. Nell'ultimo turno, invece, tutto questo è spesso mancato da quella parte e nè Kucka nè Boateng hanno saputo tamponare questo tipo di esigenza. Vero che sono due giocatori adattati nel ruolo, ma a questo bisognava pensare prima, durante le settimane di calciomercato invernale.

Non è stato così, e allora ogni volta che Bonaventura non è disponibile, come capitato nell'ultima settimana a causa di un problema all'anca, ecco che alcune difficoltà emergono in maniera inequivocabile. Mihajlovic conta di recuperare il suo esterno per la gara di Domenica alle 12.30 contro il Genoa, con la speranza di non doverne fare più a meno da qui alla fine della stagione.