L'entusiastica Fantasia ha sempre marinato la scuola. E' un'aforisma di William Hazlitt. Forse la frase più veritiera e azzeccata per descrivere con velata ironia e buonafede i talenti di Antonio Cassano e Lorenzo Insigne. I due litigarono molto presto con la scuola ma non fu mai un dramma. Fantantonio, protagonista questa stagione con la maglia del Parma e Insigne, fantasista di punta di un Napoli sempre più grande, possono permettersi in campo di dare lezioni di calcio a chiunque. Scriveva Pierre de Coubertin, in Note sul calcio, che "un uomo poco intelligente o semplicemente lento di comprensione non potrà mai diventare un buon calciatore" e in questo caso possiamo tranquillamente affermare che non stiamo discutendo due buoni calciatori ma bensì due "artisti del piede".

Da una parte Fantantonio, il ribelle, l'anarchico, genio e sregolatezza, in campo e nella vita, soprattutto in quella giovanile, dall'altra Insigne, calmo, pacato, eterno sguardo da bambino e nei piedi fantasia da vendere. Fantasia che però, in più di un occasione, costò cara a Fantantonio. Guccini, infatti, e non a caso, asseriva che "la fantasia può portare male se non si conosce bene come domarla" lasciando intendere che anche la fantasia ha i suoi lati oscuri. Cassano ha sempre portato con sè in campo i suoi demoni riuscendo molto spesso e con successo a sfidarli e a trasformarli in invenzioni, in giocate e assist per il paradiso calcistico, altre volte invece i suoi demoni lo hanno reso famoso per gesti e comportamenti molto meno "paradisiaci" ma per chi ama il calcio giocatori come Cassano e Insigne rappresentano e sempre rappresenteranno patrimoni al di là del bene e del male, patrimoni che possono essere ereditati e goduti solo a patto di abbondonarsi allo spettacolo di vederli in campo e dimenticare tutto il caos che circonda e oltrepassa il rettangolo di gioco perché nelle loro giocate è nascosto l'attimo, quell'istante che supera l'uomo con tutto il suo bagaglio caratteriale e i suoi fardelli e lo innalza a genio.

E questo è il calcio, quello vero, espresso all'ennesima potenza; quello che giocatori come Cassano e Insigne e per fortuna anche molti altri trasformano in un boato, in applausi a scena aperta, in entusiasmo che riempie di brividi e spalanca le bocche. Il talento barese e quello napoletano ci ricordano la grandezza del pallone. Nei calci di punizione del "Magnifico", nelle sue improvvise girate, nei suoi palloni a giro, nei lanci calibrati al millimetro per i compagni c'è oltre il talento anche il prezzo del biglietto.

Entrambi hanno capacità balistiche incredibili, quando hanno il pallone tra i piedi sanno sempre cosa fare. E a giovarsene molto sono i compagni di reparto che spesse volte vanno in gol senza problemi. Inutile dire che Fantantonio ha molta più esperienza del "Magnifico". Non solo perché ha nove anni in più ma per il fatto che durante la sua carriera ha indossato le maglie di grandi club. Dalla Roma al Real, dalla Samp al Milan e all'Inter fino ad arrivare in prestito al Parma in questa stagione. Così come Insigne, ha esordito nel calcio che conta con la maglia del Bari dopo aver fatto la lunga trafila nel settore giovanile. Solo che non è andato a farsi le ossa in C o in B ma a 17 anni fece subito vedere le sue qualità.

Inutile dire che il talentino napoletano ha tutta un'altra testa. Seppur giovanissimo è molto assennato e non si è mai permesso "cassanate". Ha avuto maestri importanti come Zeman e Mazzarri e oggi ha la possibilità di essere allenato da un big della panchina come Benitez. Inoltre fa parte del gruppo della Nazionale e potrebbe andare ai prossimi Mondiali in Brasile. Cassano vorrebbe partire anche lui ma Prandelli ha fatto una scelta e difficilmente lo si vedrà con la maglia azzurra.

Sabato sera al San Paolo comunque tutti e due vorranno essere protagonisti. Insigne è alla ricerca del primo gol in campionato, Cassano ci tiene a fare bella figura davanti ad un pubblico che lo avrebbe sempre voluto dalla propria parte. Quando era in auge venne accostato ai colori partenopei ma una trattativa vera e propria non ci fu mai anche perché De Laurentiis non l'avrebbe mai ingaggiato visto il suo carattere e l'anarchia fuori dal campo. Da quando si è sposato, però, si è calmato non poco ma nonostante ciò non riesce a stare troppo tempo in una squadra.

Spazio alla classe, dunque, in una partita che vale molto per il Napoli dopo il ko contro la Juventus. Il Parma non farà sconti, Donadoni ci tiene a rendere la vita difficile al collega Benitez e punta su Fantantonio per dare un dispiacere al suo vecchio presidente. Rafa, però, ha il Magnifico che scalpita. Ha voglia di rendersi utile per il suo Napoli. Basta essere comprimario, ci tiene a diventare protagonista come contro il Borussia in Champions League. Con la Juve è stato l'unico a brillare, ora tocca punire il Parma e concentrarsi poi sulla gara di ritorno a Dortmund che vale la qualificazione agli ottavi di finale. Insigne e Cassano dunque, così diversi eppure così simili. Due facce della stessa medaglia intinta nella fantasia.