E' una grande Udinese ma ancora una volta la fase difensiva il tallone d’Achille del Napoli di Rafa Benitez e questa volta il San Paolo, la sua disapprovazione, decide di farla sentire tutta al triplice fischio finale. Nemmeno il fato e un paio d’episodi favorevoli sono stati infatti d’aiuto ai partenopei, bravi a sbloccare con un doppio vantaggio nel giro di tre minuti un primo tempo dal punto di vista del gioco – e dell’atteggiamento – davvero deludente. L’Udinese riesce a punire tutte le disattenzioni della squadra di Benitez anche quando la partita sembra già decisa: dall’autogol di Fernandez che riapre la partita all’ultimo secondo del primo tempo al gol di Basta in mischia nel finale, quando il Napoli era riuscito a rimetterla in piedi con Dzemaili nonostante il 2-2 di Bruno Fernandes. Insomma, i partenopei in un modo o nell’altro continuano a subire tanti gol e l’Udinese raccoglie così un punticino decisamente meritato. L’aggancio alla Roma è fallito, la Juventus è sempre più lontana e la sensazione è che, se il Napoli è davvero questo, più che guardare avanti toccherà fare attenzione a chi insegue alle spalle.

CRONACA - Il calcio spesso regala soprese, e il primo tempo di Napoli-Udinese ne infila dietro una dietro l’altra ma solo dalla mezz'ora in avanti. Se da un lato c’è infatti un Napoli stranamente sotto ritmo e poco voglioso di aggredire gli avversari, dall’altra c’è un’Udinese che, rispetto a 7 giorni fa contro la Juventus, scende al San Paolo attenta sì in fase di non possesso palla, ma allo stesso tempo prontissima a ripartire in contropiede con almeno 4 uomini. Il Napoli fatica così a lungo sia nel trovare spazi che nel creare occasioni da rete, e quando al primo reale tiro in porta di Pandev - arrivato dagli sviluppi di una sponda aerea da corner di Fernandez - i partenopei sbloccano la gara, Benitez tira un sospirone di sollievo. La beffa per l’Udinese è però solo all’inizio: due minuti dopo il vantaggio Higuain semina il panico sulla destra e, con un gran assist, serve a Pandev la palla che il macedone è bravissimo a controllare e girare alle spalle di Brkic. Il 2-0 al primo tempo sarebbe un premio eccessivo per il Napoli, e allora Eupalla premia l’Udinese all’ultimo secondo disponibile sul cronometro: Fernandez, dopo una sponda di Heurtaux, cerca l’anticipo su Domizzi ma finisce con l’insaccare nella sua porta. Il mini-regalo cambia l’interpretazione del secondo tempo.

L’Udinese infatti parte forte nella ripresa, ma questa volta il Napoli capisce l’antifona: alzare il ritmo per mettere gli avversari in difficoltà. Il “giochino” però riesce solo a sprazzi e il Napoli, a lungo, dà la sensazione di essere una squadra troppo discontinua anche dal punto di vista mentale. E così al 70’, quando Inler perde un sanguinoso pallone e Bruno Fernandes si invola verso la porta, a completare la frittata ci si mette anche l’esotico Rafael che al limite dell’area piccola battezza inspiegabilmente fuori il tiro potente – ma centralissimo – del portoghese dell’Udinese.

Il gol riaccende immediatamente la scintilla negli occhi dei partenopei che un minuto dopo sono di nuovo in vantaggio grazie al tapin di Dzemaili dopo il gran lavoro di Higuain, ma il gol da 3 punti dura solo 10 minuti e quando Behrami si perde Basta in area il doppio tocco del serbo sancisce il definitivo 3-3. Il Napoli comunque fa anche in tempo a rischiare il frittatone: Gervasoni non vede infatti la trattenuta di Maggio su Maicosuel prima del tackle pulito che salva i partenopei dall’eventuale rete del ko. Guidolin perde la testa e si fa cacciare, il suo vice pure, ma alla fine il punticino l’Udinese lo porta via. Fallisce l'aggancio alla Roma per il Napoli.



 

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Alessandro Mancinelli
Giornalista e redattore presso Vavel Italia. Serie A, NBA, NFL, Roma, Napoli, Nazionale, Calciomercato, Champions League, Premier League. Esperto nel fare tutto quello che non mi piace fare e tutto ciò che va contro di me. Insonne da tempi immemori. Campione in carica di occhiaie. Neutrale peggio della Svizzera. Di nessuno sport mi interessa il punto di vista da tifoso. Ogni giorno torturo psicologicamente me stesso. La sola cosa che mi interessa è lavorare. Stress come stile di vita.