Dopo il 3-3 contro l'Udinese, sabato sera, il San Paolo è tornato a fischiare. Sotto accusa non solo l'undici in campo ma anche la gestione Benitez. Gli 8 punti di ritardo dalla Juve hanno allontanato di colpo le ambizioni di vertice e mandato in depressione l'ambiente azzurro, proprio alla vigilia della decisiva sfida di mercoledì sera contro l'Arsenal. Ma la crisi che la squadra partenopea sta attraverso riguarda quasi esclusivamente il campionato, poiché un eventuale retrocessione in Europa League sarebbe un dramma solo a livello di prestigio ma non di gioco. Il Napoli infatti potrebbe vedersi eliminato dalla Champions League a quota 12 punti, un evento mai accaduto nella storia della competizione europea. Solo questo dato basta a rimarcare l’ottimo cammino dei partenopei in campo continentale.

La crisi è in campionato. Eppure il Napoli sta giocando una grande stagione: finora il tecnico spagnolo, che ad ogni occasione ribadisce che la squadra deve ancora migliorare tanto, ha un punto in meno rispetto all'anno scorso e 11 in più rispetto a due anni fa, quando anche Mazzarri giocò la Champions. Ma le fragilità difensive sono ormai evidentissime e imbarazzanti. E per il reparto arretrato, oltretutto poco protetto da centrocampisti e attaccanti, contro l'Udinese sono stati altri 90' da incubo. "Errori dei singoli", ha minimizzato Benitez, consapevole però di essere di fronte a un problema strutturale. L'organico non ha i mezzi per reggere il modulo 4-2-3-1, a volte troppo offensivo. Proteggere il 3-2 con in campo quattro punte (Callejon, Insigne, Mertens e Higuain), come ha provato a fare contro Guidolin il tecnico spagnolo, è un tentativo che comporta a quanto pare pericoli eccessivi e già ampiamente pronosticati. Il problema ormai noto è che sia la difesa, che il centrocampo non sono all'altezza di un attacco già atomico, in campionato: 7 gol per Higuain e Callejon, 6 per Pandev e Hamsik. 

Al Napoli non resta dunque che reagire sul campo nelle ultime tre partite del 2013 (Arsenal, Inter e Cagliari) e poi affidarsi al mercato. I rinforzi arriveranno. All'apertura del mercato fra tre settimane il Napoli sarà sicuramente protagonista. De Laurentiis, infatti, tempo fa, sostenne di essere in grado di spendere a gennaio fino a 50 milioni di euro per un terzino, un centrale e un centrocampista, a prescindere dal fatto che il Napoli prosegua la sua strada in Champions o sia costretto, come appare a questo punto molto più probabile, a ripiegare sull'Europa League. 

Mercoledì sera, mercato o non mercato, al San Paolo arriva l'Arsenal ed il Napoli, sia pure con poche speranze di spuntarla, si gioca l'ultima chance per qualificarsi agli ottavi di finale di Champions League. Servirà la gara perfetta. Servirà dare una scossa a tutto l'ambiente e soprattutto ai giocatori, che si sono chiusi in un allarmante silenzio stampa dopo il rocambolesco pareggio nell'ultima sfida di campionato. Il Napoli ha un attacco da Champions che rende possibile, se gli attaccanti saranno in serata di grazia, almeno pensare che segnare tre gol sia fattibile, ma pagano una difesa, certamente “rinforzata” dalla cacciata di capitan Cannavaro ma ancora in alto mare, da centro-bassa classifica, con 14 gol subiti nelle ultime 6 partite e capace di far raccogliere alla squadra un solo punto nelle ultime due uscite al San Paolo.

Evitare la "disfatta" in Europa e all'Arsenal di segnare un gol dunque sembra fantascienza pura, ma sarà solo il campo di gioco a dirci se i giocatori di Benitez riusciranno in quella che sarebbe una missione impossibile anche per il miglior James Bond e se Benitez stesso riuscirà a trovare il coraggio necessario ad adattare la sua idea di gioco ai giocatori che avrà a disposizione.