"Giù il cappello". "Onore al Napoli". "Napoli meraviglia". Sono solo alcune delle affermazioni più usate in queste ore per descrivere la partita dei partenopei disputata ieri contro l'Arsenal, quel "mostro" cannibale che arrivava da Londra forte del dominio in Premier League e che ha dovuto però inchinarsi allo strapotere della squadra di Benitez che ha macinato gioco per novanta minuti trovando però "solo" due delle tre reti utili ai fini della qualificazione. Alla fine è stata retrocessione in Europa League complice anche il gol del vantaggio del Borussia con il Marsiglia a due minuti dal fischio finale. Ma alla fine è anche stata standing ovation. Tutto il San Paolo infatti, al termine della gara, si è alzato in piedi e per minuti e minuti ha applaudito a scena aperta gli undici leoni gialloazzurri che avevano dato cuore e anima per tentare l'impossibile: segnare tre reti all'Arsenal per giocarsi gli ottavi di finale di Champions League.

Inutile dire che il Napoli avrebbe meritato il passaggio alla fase successiva. Basta vedere la classifica del girone F. Basta dire che il Napoli è la squadra a totalizzare il punteggio più alto nella storia dei gironi pur non riuscendosi a qualificare. 12 punti, come Arsenal e Borussia. Viene da chiedersi: si può vincere anche perdendo (il pass per gli ottavi di finale di Champions)? La risposta è paradossalmente positiva. Si, si può.

Il calcio italiano ha tanto da imparare dal Napoli di ieri sera e chi vedendo la partita ieri sera non si è emozionato non ha sangue che gli scorre nelle vene, non ama questo sport. Il carattere messo in campo dalla squadra di Benitez, il coraggio, l'intensità, la grinta a tratti commovente, la voglia di tentare l'impresa, l'emozione di esserci quasi riusciuti, le lacrime a fine partita di molti, tra cui quelle di Higuain che aveva aperto le danze con un bellissimo gol al 72', sono segnali forti, fortissimi. Segnali lanciati a tutto il mondo del calcio, soprattutto a quello italiano. Un segnale però che il Napoli ha voluto lanciare anche a se stesso. Uscire dalla Champions con quattro vittorie e un bottino di 12 punti rappresenta indubbiamente una delusione ma bisogna anche guardare l'altra faccia della medaglia. Quella cioè che ci dice che il Napoli sarà sicuramente protagonista in Europa League e che negli anni a venire potrà togliersi tante soddisfazioni. Quella faccia di quella medaglia agrodolce che sorride alla squadra partenopea tornata a giocare un calcio di altissimo livello.

Ora il Napoli deve ripartire dal 2-0 inflitto ai Gunners perché non è stata una vittoria inutile poiché ha dimostrato quanto ci sia di buono nel lavoro che da inizio stagione Benitez, la dirigenza napoletana e i giocatori stanno portando avanti. Deve ripartire in campionato e chiudere il 2013 cercando di ripetere la prestazione sublime offerta ieri di fronte ai quasi 50mila del San Paolo contro Inter e Cagliari, ultime due avversarie prima della pausa natalizia. Adesso tutta l'Italia (e non solo) sa qual è la vera faccia del Napoli. Lo sa anche il Napoli stesso, che quella faccia dovrà cercare di non perderla più.

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Alessandro Mancinelli
Giornalista e redattore presso Vavel Italia. Serie A, NBA, NFL, Roma, Napoli, Nazionale, Calciomercato, Champions League, Premier League. Esperto nel fare tutto quello che non mi piace fare e tutto ciò che va contro di me. Insonne da tempi immemori. Campione in carica di occhiaie. Neutrale peggio della Svizzera. Di nessuno sport mi interessa il punto di vista da tifoso. Ogni giorno torturo psicologicamente me stesso. La sola cosa che mi interessa è lavorare. Stress come stile di vita.