Anche se triste, la storia mercoledì sera è passata per il San Paolo. Era così difficile il girone di Champions del Napoli che è riuscito a trasformare quattro vittorie e 12 punti in un record negativo. Ma questa sera un altro pezzo di storia della società napoletana farà ritorno al San Paolo. Walter Mazzarri, nuovo allenatore dell'Inter, che per quattro lunghi anni tra polemiche, delusioni e gioie è stato alla guida del Napoli, riuscendo nell'impresa di riportare nel capoluogo campano, quando vinse con Cavani e Lavezzi nel 2012 la Coppa Italia, un trofeo che mancava dal 1990, anno in cui gli azzurri alzarono al cielo di Napoli la Supercoppa italiana conquistata battendo la Juventus 5-1, farà il suo ingresso al San Paolo per la prima volta da avversario.

Facile dire, quindi, che domenica per Mazzarri sarà anche una sfida contro il suo passato. Era il 18 novembre 2009 quando in un Napoli-Bologna il tecnico toscano esordì sulla panchina partenopea prendendo il posto di un contestatissimo Donadoni e grazie ad un gol di Maggio allo scadere Mazzarri guadagnerà la fiducia dei tifosi, diventerà famoso per i suoi gesti scaramantici e il suo modo passionale di vivere le partite, e a Napoli si farà avanti un nuovo modo di dire che soppianta la “zona Cesarini”: con le tante vittorie partenopee all'ultimo respiro nascerà la “zona Mazzarri”, un omaggio alle capacità del tecnico livornese di riuscire a strappare i tre punti a tutti i costi senza mollare mai.

Ma non tutte le storie d'amore hanno il lieto fine e l'8 maggio 2013 il Napoli gioca l'ultima partita della gestione Mazzarri allo stadio dall'Ara sempre contro il Bologna. I partenopei vinceranno con un netto 3-0 ma ci sarà poco da festeggiare. Dopo un terzo posto nel 2011, la quarta piazza dell'anno successivo, il Napoli chiude secondo e ha perso lo scudetto considerato da tutto l'ambiente obiettivo principale. Il tricolore viene stravinto ancora una volta dalla Juventus e per il tecnico livornese è tempo di cambiare aria: sulla sua testa piovono critiche d'ogni tipo. Il suo calcio è accusato di essere troppo provinciale, lui di non essere un allenatore di caratura internazionale e troppo “piagnone”, e così tra la delusione di un ennesimo secondo posto Mazzarri fa le valigie e si lega all'Inter di Moratti, poi ceduta all'indonesiano Thohir.

Non si discutono i risultati ottenuti dal tecnico livornese ma il Napoli, che domenica sera affronterà al San Paolo l'Inter, è una squadra che ha sicuramente fatto molti passi in avanti rispetto alla stagione scorsa. E' un Napoli a testa alta, e che in Rafa Benitez, anche lui ex di lusso avendo allenato seppur brevemente l'Inter nella stagione 2010, ha trovato l'uomo giusto in grado di dare al gruppo una mentalità di gioco internazionale e l'esperienza adatta per traghettare i giocatori verso obiettivi che con Mazzarri potevano solo essere sognati e non per l'incompetenza dell'allenatore livornese, che rimane uno degli allenatori italiani migliori del campionato, ma semplicemente perché, come Mazzarri stesso ha dichiarato “ogni allenatore ha le sue idee”, e quelle di Benitez adesso sembrano funzionare alla perfezione in un gruppo che certo deve tanto all'ex Mazzarri ma che ha già voltato pagina.

Napoli-Inter però non è solo Walter Mazzarri. E' molto di più dei fischi o degli applausi che un allenatore, qualunque allenatore, può o non può ricevere. Tra il San Siro di Milano e il San Paolo di Napoli sfide epiche e cariche di emozioni si sono susseguite come in un oceano burrascoso, increspato da migliaia di braccia che esultano per un gol. Da Marcello Mihalich a Meazza, da Monzeglio a Mazzola, da Marchesi a Mourinho, da Garbutt a Bianchi, da Musollino a Moratti, passando per i gol di Vojak, da Maradona e Matthaus, le sfide scudetto, i cori per Careca e il trio tedesco interista (Matthaus, Klinsmann e Brehme), per arrivare a Mazzarri o a Mertens, alla sfida tutta argentina tra Palacio e Higuain e agli ex di lusso come il tecnico livornese, Benitez e Pandev. Napoli-Inter è quando Sallustro eclissò Meazza, o quando l’Inter del Trap appariva imbattibile per il Napoli campione d’Europa in Coppa UEFA che sconfiggendoli si cucì il suo secondo scudetto sul petto. Napoli-Inter è anche domenica 15 dicembre, la terza potenza in campionato contro la quarta, i due migliori attacchi della Serie A uno opposto all'altro.

Napoli-Inter, il richiamo degli anni 80', i record nerazzurri, e l'arrivo di Maradona in Italia. Se, infatti, c’è stato un periodo nella storia del calcio italiano in cui affrontare una squadra del Sud poteva voler dire giocarsi la possibilità di vincere qualcosa, allora stiamo parlando degli anni ’80, e precisamente della seconda metà di quel decennio. Dal 1985 è il Napoli a travestirsi da spauracchio e a dar vita a campionati epici, fregiati anche dalla simpatia che mezza Italia aveva per una squadra che, guidata dalla stella più grande dell’universo calcistico, provava a sovvertire i pronostici più scontati.

Ed è per tutto questo, per tutta la storia costruita in quegli anni d'oro che oggigiorno Napoli-Inter non ha perso neanche un po' del suo fascino. Immagini indelebili scorrono di fronte gli occhi degli appassionati e le memorie di chi quei momenti li ha vissuti in prima persona e c'è bisogno di tornare indietro col tempo e leggere di quando l'Inter batteva il Napoli con risultati tennistici negli anni tra le due guerre mondiali o di quando nell'89 i partenopei si imposero in un San Paolo straripante di tifosi contro l'Inter strappandogli così lo scudetto dalle mani. C'è bisogno di rivivere quei momenti e quale occasione migliore di Napoli-Inter di domenica sera per ripercorrere insieme quelle che furono le partite più significative, spettacolari e storiche tra le due squadre. Buon viaggio!

INTER-NAPOLI 9-2 (Stagione 1926-27) — Il primo Inter-Napoli della storia giocato a San Siro si risolve con una goleada in favore dei nerazzurri: il risultato è di quelli che non si vedono più nel calcio di oggi, ma che 'ieri' - quando il pallone aveva ancora le cuciture a vista, i campi da calcio erano di terra, i parastinchi in carbonio non esistevano e i calzoncini dei calciatori arrivavano appena sotto l'inguine - non erano poi così rari.

INTER-NAPOLI 8-1 (Stagione 1928-29) — I primi incroci tra Inter e Napoli sorrisero ai nerazzurri, decisamente più pronti e molto più preparati dei colleghi partenopei. Quella del 20 gennaio del 1929, anno del tracollo di Wall Street che sconvolse l'economia mondiale, fu la 'partita di Giuseppe Meazza', storico bomber nerazzurro, al quale Vittorio Pozzo dedicò la famosa frase: “averlo in squadra significava partire dall'1-0”, che con una tripletta contribuì a quel successo sul Napoli. Curiosità: a fine campionato saranno 33 le reti di Meazza, in 29 presenze, che comunque non gli bastarono per vincere il trofeo di capocannoniere. Cosa che avvenne l'anno successivo, a nemmeno 20 anni, quando di gol ne realizzò 31, in 33 gare.

INTER-NAPOLI 3-5 (Stagione 1932-33) — Arriva sette anni dopo il battesimo, la prima vittoria del Napoli a San Siro contro l'Inter. Anche in questo caso il risultato è più tennistico che calcistico, così come voleva la tradizione di quei tempi: finisce 5-3 per gli azzurri dell'allenatore Garbutt e dell'attaccante Vojak, autore in quella partita di una doppietta, e che per 78 anni è stato primatista di gol in un unico campionato con la maglia del Napoli: 22 i suoi centri, record battuto due stagioni orsono da Cavani.

INTER-NAPOLI 2-1 (Finale di Coppa Italia 1977-78) — L'attenzione calcistica internazionale è già in Argentina per gli imminenti Mondiali; contemporaneamente - mentre il nostro Paese è ancora scosso dall'assassinio di Moro avvenuto un mese prima - all'Olimpico di Roma si gioca la finale di Coppa Italia tra Inter e Napoli. Vinceranno i nerazzurri in rimonta, dopo che il Napoli era andato avanti 1-0 grazie a Restelli: di Altobelli e Beni, all'87esimo, i gol che consegnano il trofeo all'Inter.



INTER-NAPOLI 2-1 (Stagione 1988-89) — Trentesima giornata di campionato: l'Inter dei record contro il Napoli di Maradona. La prima contro la seconda in classifica: prima di quella partita nerazzurri e partenopei erano separati da 7 punti. In attacco il capocannoniere Serena (22 gol per lui a fine campionato) e Ramòn Diaz. Il Napoli gioca con la migliore formazione possibile, con Maradona e Careca a finalizzare, assistiti da un centrocampo di cuore e muscoli, con Alemao, Carnevale e De Napoli. Il 2-1 finale (Careca, autogol di Fusi e Matthäus) regala all'Inter il 13esimo scudetto della sua storia.



NAPOLI-INTER 2-0 (Stagione 1989-90) — E' l'anno del secondo e finora ultimo scudetto del Napoli targato Maradona, che a San Siro — contro i nerazzurri — non ha mai vinto. La sfida del San Paolo può essere vista come una sorta di passaggio di consegne tra l'Inter dei record e il Napoli dell'ex Pibe de Oro e Careca, entrambi a segno al San Paolo in quel 22 ottobre del 1989. A fine stagione come già detto il Napoli vince lo scudetto beffando il Milan al fotofinish. Ma per gli azzurri così come per i nerazzurri questa rappresentò per tanto tempo l'ultima vera battaglia tra due squadre che dalla stagione seguente scenderanno dall'Olimpo del calcio e vivranno diversi anni bui.



INTER-NAPOLI 0-2 (Stagione 1994-95) — In Serie A comincia l'"era" dei tre punti a partita. L'11 dicembre del 1994 è per il Napoli una data storica: la formazione campana, che ha ormai salutato da qualche anno il periodo d'oro 'maradoniano', torna a vincere a San Siro 26 anni dopo l'ultima volta (era il 1968): il 2-0 inflitto ai nerazzurri dell'allora tecnico Ottavio Bianchi è frutto di un autogol di Jonk e di una superba punizione di Andre Cruz.

INTER-NAPOLI 2-1 (Stagione 2008-2009) — Dopo 9 anni il Napoli, che nel frattempo è fallito ed è dovuto ripartire dalla Serie C prima di essere acquisto nel 2004 dall'attuale presidente, Aurelio De Laurentiis, torna nel massimo campionato. A San Siro, contro la nuova Inter di Mourinho che poi vincerà lo scudetto, i partenopei perdono 2-1, ma tornano finalmente a respirare l'aria del grande calcio. Tutti gol bellissimi: sberla di contro-balzo con il mancino di Cordoba e tacco di Muntari per il 2-0 interista, quindi 'scavetto' di Lavezzi, su assist di Zalayeta, per l'unica rete napoletana.



NAPOLI-INTER 1-1 (Stagione 2010-2011) — Penultima giornata di campionato: con un pareggio entrambe le squadre sarebbero sicure dell'accesso in Champions League senza preliminari. L'1-1 finale, frutto delle reti di Eto'o e Zuniga, è un risultato che va bene a tutte e due, sia ai ragazzi di Mazzarri e sia all'allora formazione di Leonardo. Napoli di nuovo nell'Europa dei grandi 21 anni dopo l'ultima volta.



INTER-NAPOLI 0-3 (Stagione 2011-2012) — E' storia recente, con l'Inter di Ranieri che viene travolta dai partenopei di Mazzari che con un rotondo 3-0 tornano alla vittoria a San Siro dopo un digiuno di diciasette anni. Vanno a segno Campagnaro (tap-in vincente dopo un rigore sbagliato da Hamsik), Maggio e Hamsik, ma la partita è viziata dai grossolani errori di Rocchi, che espelle Obi per doppia ammonizione e assegna un rigore molto generoso al Napoli. Che tuttavia, all'interno dei 90', meriterà ampiamente i tre punti.



NAPOLI-INTER 3-1 (Stagione 2012-2013) — E' il 5 maggio e il Napoli di Mazzarri sempre più in corsa per un posto in Champions League ospita l'Inter in caduta libera di Stramaccioni. I nerrazzurri durano solo un tempo, chiuso sull'1-1. Poi il Matador, Cavani, si scatena e al gol su rigore che ha aperto la gara dopo soli tre minuti ne fa seguire altri due, firmando così una tripletta da albo d'oro, la sua settima e ultima in Serie A. Il bomber urugayano che al termine della stagione lascerà Napoli per proseguire la sua carriera a Parigi, al PSG, sarà l'unico giocatore nella storia del campionato italiano ad aver segnato una tripletta contro Juventus, Milan, Inter, Roma e Lazio.