Occhi lucidi, tifosi in piedi. Standing ovation al teatro di Folgarida per il presidente del Napoli, Aurelio de Laurentiis, quando si emoziona al racconto di come ha raggiunto la presidenza della squadra campana. Marino Bartoletti, noto giornalista Rai, non smette di elogiare la creatura del vulcanico produttore cinematografico. Un po’ visionario, a volte estroso, altre iracondo. Fatto sta che, in questi dieci lunghi anni di presidenza, così emozionato non si era mai visto.

Un fuori programma. A margine dell'incontro di Benitez, che ha risposto con Albiol e Maggio alle domande dei tifosi azzurri accorsi in massa al teatro, il presidente sale sul palco, prende il microfono e si siede in poltrona. Dopo una giornata vissuta al fianco del presidente, Bartoletti inizia “l’intervista” chiedendo lumi su come fosse nata quest’avventura. Luglio 2004. Partito da Los Angeles per una breve vacanza a Capri, afferma di aver incontrato un signore pieno di gioielli che diceva di voler comprare il Napoli per cinque milioni di euro. Come comprare il Napoli? Come cinque milioni? La storia torna indietro di altri cinque anni. Il Napoli era proprietà di Naldi. De Laurentiis si presentò con un’offerta di centoventi miliardi. Rispedita al mittente. Informato da amici che il Napoli era fallito (si, il Napoli, quello di Naldi), si mise al lavoro ed in qualche ora perfezionò l’acquisto della società.

Fin qui, tutto normale. Il De Laurentiis emozionato che non abbiamo mai visto, esce poco dopo : “Quando mia moglie scoprì tutto mi diede del pazzo, perché non conoscevo nulla del calcio. Ma io le risposi che la mia famiglia mi aveva insegnato la passione dei napoletani".

Messa da parte l’emozione, si riparte con le domande. Una delle prime, la più “scontata”, che arriva dopo qualche giorno di polemica, da parte della tifoseria, che inizia a mugugnare sull’immobilismo della società sul mercato. : "Scudetto? Voglio vincerlo, lotterò per questo. Siamo maturi per ottenere questo risultato. L'anno scorso siamo arrivati terzi e siamo usciti dalla Champions con grandissimo onore. Se non avessimo avuto tante defezioni non so come sarebbe andata. Per quest'anno ci conto. Il mercato del Napoli è sempre aperto: con Bigon e Benitez parliamo sempre, ogni minuto. Non è facile trovare i tasselli giusti per tanti motivi. I nostri centrocampisti con la Svizzera hanno fatto molto bene. Il problema di Rafa è che gioca a trazione anteriore, gioca un calcio offensivo. Abbiamo bisogno, quindi, di calciatori con caratteristiche giuste. Abbiamo tanti giocatori, dobbiamo anche alleggerire il gruppo. L'anno scorso abbiamo cambiato tanto, siamo passati al nuovo modulo, utilizzato da tantissimi club in Europa. Secondo me anche la Juventus, quest'anno, con il nuovo allenatore avrà qualche problemino. Secondo voi perché Conte è andato via dalla Juventus? Perché ha capito che sarebbe stato molto complicato vincere ancora, soprattutto in Europa".

Una battuta anche sul tipo di rapporto e di mentalità che sta cambiando all’interno della società e della squadra. Un’inversione di rotta a trecentosessanta gradi rispetto al passato. Non ci si vuole più nascondere dietro scuse ed ipocrisie. Il bersaglio è chiaro : “Mazzarri mi diceva sempre: 'Presidente, neghi tutto, perché poi i tifosi non si accontentano'- Io invece non amo dire le bugie, per questo dico che quest'anno proveremo a vincere".

Su Balotelli e sull’eventuale possibilità di redenzione del giocatore a Napoli : "Mario è il prodotto gonfiato dai media, assecondato da chi lo deteneva. Tutti avevano la voglia di contenderselo a colpi di milioni. Io credo che abbia bisogno di ricominciare la sua vita professionale, dal basso. Facendo un grandissimo bagno di umiltà, per ritrovarsi"-

Un po’ pacato, un po’ remissivo rispetto alle domande dei tifosi che, almeno per il momento, non riescono a punzecchiarlo a dovere. Tanto che all’ennesima domanda sullo scudetto, interviene con un eloquente : “qualche domanda intelligente”. La domanda arriva puntuale e riguarda Eduardo Vargas (il cileno è appena arrivato in ritiro assieme agli svizzeri). Scatta la scintilla. L’acquisto del cileno è sempre stato “bollato” come un ingaggio fatto dal presidente in persona, a dispetto del parere del precedente allenatore. A tal proposito il presidente parte da lontano togliendosi qualche sassolino dalla scarpa : "Al Pescara offrii 11 milioni per Verratti, ma poi mi fu detto: 'Presidente, Lei ogni tanto fa di testa sua. Se il ragazzo viene, io non lo faccio giocare; lei lo può comprare, ma poi va a giocare in prestito". Ai dirigenti del Pescara dissi che non potevo più comprare il ragazzo fino a quando in panchina c'era questo allenatore. Con Vargas fu diverso, feci di testa mia: tirai fuori 12 milioni e arrivò il calciatore. Ma poi, se tu non parli le lingue è difficile spiegare i movimenti da effettuare al calciatore. Vargas è un po' introverso, ha bisogno di un motivatore. Se tu non parli le lingue, se il ragazzo resta a Castel Volturno e non interagisce, come può rendere? Adesso tornerà. Se Rafa lo vorrà ce lo terremo, altrimenti lo venderemo"

Luglio 2004 – luglio 2014. Dieci anni di presidenza De Laurentiis. Conti immacolati. Bilancio in attivo da cinque anni. Lo stesso numero di anni che vede protagonista, consecutivamente, il Napoli, in Italia come in Europa. Come nessuno in Italia. Dieci anni, da quando mancavano i palloni per gli allenamenti ad un traguardo, che mai come in questi anni, è stato così vicino. Manca ovviamente qualcosa alla squadra per lottare, definitivamente, al vertice. Ma la base c’è, i condottieri anche. Il Napoli è pronto, in barba a chi, ancora oggi, critica la migliore gestione di sempre del Calcio a Napoli.