A volte ritornano. Walter Gargano, nonostante il totale scetticismo della piazza napoletana, è voluto rimanere in maglia azzurra e, come ha sempre fatto nella sua carriera, si è riguadagnato l'affetto e l'approvazione dei tifosi, con le solite prestazioni fatte di tanto sudore e sacrificio. Gargano ed il Napoli, una storia che si ripete, dai fischi e i mugugni della Champions agli applausi contro il Torino: "non posso fare altro che ringraziare i tifosi, ogni volta che vado in campo darò sempre il massimo, ci tengo tanto a questa maglia, a volte che le cose che vengono fuori sono mal interpretate, sputerò sangue per dare il meglio".

Più volte sul piede di partenza quest'estate, il mota ha sempre dichiarato di voler impressionare Benitez e, dopo tre mesi di lavoro, possiamo dire che c'è riuscito. Gargano non solo sembra essere entrato nelle grazie dell'allenatore spagnolo, ma si è anche guadagnato un posto da titolare quasi inamovibile. Raramente don Rafè fa a meno del mastino uruguagio e l'importanza e l'equilibrio che sembra dare alla squadra sembra prevalere sulle sue scarse doti di palleggio e fraseggio. Gargano sembra aver sostituito Inler nelle gerarchie azzurre, e non sembra minimamente intenzionato a fare passi indietro. 

Questa mattina è intervenuto ai microfoni di Radio Gol per Radio Kiss Kiss Napoli, la radio ufficiale della società partenopea e le sue prime parole sono state per il suo nuovo allenatore: "non era facile tornare ed ambiantarmi subito, è stato anche merito dei compagni. Darò sempre il massimo per questa maglia, a Napoli si deve solo fare questo per vincere. Ringrazio il mister per l'opportunità che mi ha dato".

Benitez il nuovo che avanza, Mazzarri il vecchio da lasciare alle spalle che, guarda caso, ritroverà di fronte domenica prossima a San Siro"è una partita come le altre, dovremo lottare e fare ciò che ci dice il mister. Il mio rapporto con il mister non si è concluso al meglio perchè avevamo opinioni diverse, cose ci hanno portato su strade diverse".

Infine si è congedato con un pensiero sulla nuova squadra, su un paragone con la sua vecchia esperienza partenopea e su cosa è cambiato in questi anni: "Si capiva che la società voleva investire tanto anche sui giovani, chi non è abituato a dare il 100% non può giocare con la maglia del Napoli. Il gruppo è unito e compatto, e domenica contro il Toro l'abbiamo dimostrato in campo lottando per la vittoria fino all'ultimo secondo. Qui c'è la mia famiglia, c'è Marek, mia moglie ed i miei figli. Questa è casa nostra, qui ho conosciuto mia moglie e i miei figli sono due scugnizzi napoletani, non potrei chiedere di meglio." 

Insomma, anno nuovo, vita ed usanze vecchie, che ritornano anche quando meno te l'aspetti. Il merito e gli applausi vanno tutti a Gargano che, a discapito di tecnica e colpi da campione, ha sempre sopperito con grinta e cattiveria agonistica fuori dal comune. La stessa voglia di dimostrare ai napoletani di che pasta è fatto che gli ha fatto rifiutare la convocazione in nazionale per restare a lavorare con il resto della squadra. La conferma di Benitez è la vittoria più bella. Gargano si è ripreso il suo Napoli