Dr Gonzalo, mr. Higuan. Il Napoli sfoglia la margherita e dietro la trasformazione nell’ultimo periodo della squadra di Benitez c’è, inevitabilmente ed indiscutibilmente, il marchio a fuoco, indelebile, del pipita Gonzalo Higuain. Per fare chiarezza, per rendere più facile la disamina di quello che è stato l’inizio campionato del Napoli e del centravanti argentino, possiamo dividere in due fasi l’inizio stagione azzurro: analizzeremo cos'è successo ad Higuain prima dell’ultima sosta delle nazionali, e cosa è successo dopo. La trasformazione fisica e mentale di un calciatore che è passato da 0 gol in 6 partite a segnarne 5 nelle ultime 3. A cavallo di quella sosta, nella quale l’Argentina ha viaggiato oltreoceano, direzione est, dove ha affrontato Brasile prima ed Hong Kong dopo, il cambiamento, la mutazione. Forse qualche riflessione ha fatto si che l'Higuain che è tornato a Napoli fosse profondamente cambiato. A seguire vi spiegheremo i motivi di questo processo e perché sia stato così duro tornare l’attaccante devastante dello scorso anno. Probabilmente, assieme a Tevez della Juventus, l’unico top player in grado di cambiare il volto di una grande squadra in Serie A.

L’inizio stagione di Higuain è una corsa contro il tempo, reduce dal Mondiale brasiliano dove aveva perso in finale contro la Germania, per arrivare alla sfida contro l’Athletic Bilbao. Non è da sottovalutare l’aspetto post Mondiale, soprattutto in chiave psicologica: era probabile che si sarebbe portato dietro, per molto tempo, l’errore in finale (quanto tutto solo davanti a Neuer spedì la palla a lato), tempo che sembra trascorso nel primo periodo al Napoli. La sfida contro il Bilbao, con la conseguente eliminazione e buona dose di frustrazione ha fatto il resto. Alla fine della gara d’andata, dove nonostante fosse in evidente ritardo fisico ha trascinato da solo la squadra, aveva poi tuonato: “Una piazza come Napoli non può restare senza Champions, non deve”. Più che uno sfogo, un pensiero, un’idea che gli faceva paura e forse, data la sua esperienza internazionale, sapeva dove stava portando il suo Napoli: alla sconfitta ed al tracollo di Bilbao. Sconfitta Mondiale ed eliminazione dalla coppa più importante d’Europa hanno scavato un solco profondo nell’animo del guerriero Higuain. Dai preliminari al campionato: le ripercussioni, mentali soprattutto, unite ad una scarsa condizione fisica dopo le fatiche di giugno, hanno accentuato un malriposto senso di frustrazione che al numero 9 azzurro ha fatto malissimo. Il nervosismo e la rabbia non si trasformavano più in energia positiva e carica agonistica a favore della squadra, ma in scorie e segnali che facevano presumere il peggio per la squadra e l'ambiente. L'assenza da gol in campionato ha ingigantito il tutto (complice un Bardi formato mondiale al San Paolo e qualche errore personale di troppo).

Dal ritorno in Italia ad oggi la svolta. Quattro partite di campionato (Inter, Verona, Atalanta e Roma), una di coppa, anche se fu utilizzato soltanto nel finale contro lo Young Boys, ed una costante presenza fisica e mentale: Gonzalo sembra aver messo alle spalle i problemi, la rabbia e la frustrazione per l'eliminazione, e di aver riabbracciato la causa Napoli. Ora è pronto a trascinare gli azzurri verso nuovi obiettivi. Nel calcio di oggi, soprattutto quello italiano, fatto di pochi, veri talenti, Higuain sta dimostrando di essere un top player in grado di caricarsi sulle spalle la propria squadra. La caparbietà, la voglia, la presunzione (positiva) di volersi riprendere quello che era suo e per poco tempo gli era sfuggito, fa di Gonzalo Higuain il vero campione del Napoli, l'unico forse davvero imprescindibile. Dalle sue prestazioni e dal suo ardore e coinvolgimento passano tutte le fortune di Benitez e compagni. Certo ci sono i Callejon, Mertens, Hamsik ed Insigne, ma il leader, non tanto fuori, ma in campo è uno ed uno soltanto, Gonzalo Higuain.

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