Qualcosa s'è rotto, tutti lo sanno, ma nessuno ne parla. Come può la stessa squadra giocare Napoli-Roma e Milan-Napoli? Una partita giocata in malomodo, con un atteggiamento sciatto, distratto e passivo? Una squadra remissiva, dal primo all'ultimo secondo di gioco, con un timore reverenziale nei confronti di una squadra, il Milan, che seppur volitiva non sembrava un ostacolo insormontabile. Il problema vero non sono gli avversari di turno, bensì il Napoli stesso. Benitez lo sà, così come aveva detto Sabato in mattinata ("per il terzo posto dobbiamo guardare a noi stessi, non alle altre"). Ed allora? Come si cambiano le cose? Il Napoli sembra un paziente mai guarito del tutto, che si porta dietro errori tecnici, tattici e mentali. Così come era già successo dopo la trasferta di Europa League contro lo Young Boys (molto simile per contenuti alla disfatta milanese), De Laurentiis e Benitez decidono che per il momento può bastare così, ed all'unisono decidono di "ritirarsi" nel centro sportivo di CastelVolturno. 

Dopo la sconfitta con il Milan, il Napoli tornerà in città, ma non nelle proprie case. Un ritiro che potrebbe essere continuativo e durare anche fino a giovedì, quando il Napoli affronterà il Parma. I calciatori potrebbero tornare a casa prima della partenza per Doha in vista della Supercoppa contro la Juventus del 22 dicembre. Non esattamente il modo migliore per arrivare ad un appuntamento così importante per il Napoli. Vedremo giovedì contro il Parma se gli effetti del ritiro sui giocatori sarà lo stesso del post Young Boys, quando il Napoli fece filotto e diede l'impressione di tornare quello vero. I panni sporchi si lavano in famiglia.