Torna a parlare Rafa Benitez a margine della presentazione del Calendario Ufficiale 2015 e lo fa presentando la partita di domani sera, ore 21, al San Paolo contro il Parma di Donadoni. 

Inizio soft, con una domanda sul calendario, prima di spostare l'attenzione sul campo: "Non sono stati tre giorni difficili, ogni volta che si parla si dice sempre qualcosa di diverso. Io sono tranquillo. In Spagna si dice "l'uomo è l'unico animale che inciampa 2 volte sulla stessa pietra", qui ogni 2/3 settimane le opinioni cambiano. Aspettiamo la fine per giudicare, all'inizio si critica poi si parla bene quando si vince e quando si perde si critica di nuovo. La squadra può crescere. Ora il Napoli ha un livello internazionale. Conoscete Raul Gonzalez, ex Real Madrid, Schalke, ha detto che gli piace vedere il Napoli in serie A. Abbiamo espresso un calcio che mancava qui da 20 anni, non da 2 o 3 anni". 

Successivamente continua parlando del rapporto tra lui ed il presidente De Laurentiis: "Noi siamo d'accordo al 100%, sappiamo cosa vogliamo. Abbiamo parlato abbastanza ed abbiamo deciso di mangiare insieme poteva essere positivo parlarsi. Siamo a due punti dal terzo posto, abbiamo perso tante opportunità per un gol sbagliato, un rigore sbagliato, un errore in difesa. Abbiamo perso le opportunità per stare vicini alle prime due, ma possiamo farlo e cerchiamo soluzioni attraverso gli allenamenti. Non ci sono problemi, il problema è non vincere col Parma perché si parlerebbe di crisi. A Napoli c'è l'idea dell'autodistruzione, ma non bisogna essere così anche se i napoletani dicono che sono così. Non preoccupiamoci dei cori di discriminazione o individuare i colpevoli, siamo uniti per vincere. Dipende da noi, bisogna dare il 100% e non solo dirlo, così torneremo al livello mostrato tantissime volte. Sento tante cose, tante opinioni, prima si diceva Mertens deve giocare tutte le partite, ora Insigne è fondamentale e perciò non si vince... io vado avanti per la mia strada. Parlo di autodistruzione perchè questa non è la strada giusta, tutti insieme uniti invece è più facile arrivare all'obiettivo. Al Chelsea c'era un gruppo di critiche, ma noi accettiamo la critica e lavoriamo, ma non vorrei le solite cose che Benitez è un fenomeno, poi non lo è più ogni settimana. Prossimo anno? Non sappiamo dove saremo, ma io voglio il meglio per il Napoli".

A tal proposito gli viene chiesto a che punto siamo con il rinnovo? Può turbare i giocatori questa situazione?: "Ora non voglio parlarne. L'importante è crescere. Il mio rinnovo condiziona i giocatori? E' la stessa situazione che c'era anche prima della gara con Roma o con la Fiorentina. Voglio vincere qui ora, ho detto no a due offerte perchè sono allenatore del Napoli, voglio lavorare qui e poi vedremo... In questi ultimi 15 giorni ho declinato due proposte, ma non dirò di chi"

Sulla mancanza di Insigne, la sua assenza sembra essersi rivelata più pesante del previsto, come mai? "Non è semplice cambiare le caratteristiche di alcuni giocatori. Mi hanno criticato per aver messo Ghoulam alto. Mi hanno criticato per aver messo De Guzman e Hamsik. Serve equilibrio anche nei giudizi, c'è troppa autodistruzione qui mentre per stare ad alti livelli servirebbe stare spalla a spalla e lavorare tanto. Abbiamo già cambiato tante cose, come la marcatura più alta, ma il problema non è il modulo che anche le prime due l'anno scorso non hanno mai cambiato. La gente vuole un calcio propositivo ed allora dobbiamo seguire questa squadra".

A Milano quello che non ha convinto è l'atteggiamento della squadra ed anche il suo. Cosa è successo a San Siro, cosa succede a questa squadra che subisce sempre gli stessi gol?
"Non so quante volte sono uscito dalla panchina. Io parlavo con Pecchia per capire cosa cambiare, la reazione c'è stata ed attaccavamo ma poi c'è stato un altro errore e l'abbiamo pagato. Non serve essere sempre lì ad urlare. La squadra ha la capacità di arrivare terza o pure di più, ma dipende da noi dimostrare il livello ad ogni gara. Abbiamo bisogno di tempo per alcune cose, per altre le abbiamo migliorate. La squadra dello scorso anno ha avuto problemi con squadre che ripartono veloci. Quest'anno per tre partite abbiamo visto problemi, con Palermo, Empoli e Cagliari. Con il Chievo abbiamo giocato bene e poi ci manca qualche rigore ma lo sapete che io non ne parlo. La fase difensiva inizia con gli attaccanti. Col Palermo se andiamo sul 3-0 vinciamo, noi analizziamo tutto con i giocatori e gli spiego cosa fare. La difesa va rinforzata col lavoro del centrocampo e le ali devono lavorare molto bene, non è una questione di modulo ma di movimenti dei giocatori. I giocatori devono capire l'idea di calcio che abbiamo, non posso prendere in mano il manuale del calcio mentre sono in campo a giocare. I giocatori forti sono quelli che capiscono il gioco. La coperta diventa corta se difendiamo di più al centro ed in attacco non ci sono i giusti movimenti".

La sensazione è che qualcosa, all'interno del Napoli, stia accadendo. Benitez sembra aver perso la bussola e la voglia di lottare, ma non tutto è perso. La squadra ha le possibilità, reali, concrete, di raggiungere il terzo posto e rimettere la chiesa al centro del villaggio. Già, il villaggio: quel San Paolo che era e deve tornare ad essere un fortino inespugnabile, che sembra essersi disaffezionato alla squadra di Benitez tanto da voltargli le spalle. Domani sera saranno soltanto 15000 gli spettatori che affolleranno gli spalti della struttura di Fuorigrotta. A Benitez ed alla squadra, il compito di far riesplodere l'amore e la passione di una piazza che attende soltanto una spinta bella forte.