Dopo la nuova scarica di adrenalina arrivata dalla storica qualificazione ai quarti di finale di Europa League (il Wolfsburg, il prossimo avversario degli azzurri, oggi ha stancamente pareggiato con il Mainz, 1-1, gol di Luiz Gustavo) gli azzurri erano attesi alla vittoria, necessaria e fondamentale per l’inseguimento alle posizioni utili per raggiungere l’obiettivo Champions, vitale per la crescita del progetto e delle ambizioni della società partenopea.

Gara non facile sulla carta, quella contro l’ex amatissimo Edy Reja (e degli ex terribili Cigarini e Denis), da due sole giornate (e due pari) sulla panchina dei bergamaschi. Edy è chiamato alle armi dal d.g. PierPaolo Marino per sostituire Colantuono e garantire la salvezza agli orobici, che quest’anno stentano a trovare quella continuità di risultati, fondamentale per navigare in acque tranquille ed emergere dalle sabbie mobili del quart’ultimo posto.

All’andata il Napoli non riuscì ad avere la meglio sui bergamaschi, nonostante un’ottima gara e numerose palle gol create, anche a causa del non dimenticato rigore di Higuain a tempo ormai scaduto, parato dal giovane portiere Sportiello, errore che inchiodò il risultato sull’1-1. Tuttavia, il ruolino di marcia degli azzurri contro i bergamaschi al San Paolo è sempre stato storicamente a favore, e tutto lasciava presagire una vittoria.

La gara prima della sosta era da vincere a tutti i costi, per rilanciare le ambizioni Champions degli azzurri, anche giocando male o non bene come in effetti è accaduto.

Il Napoli, dopo aver fallito di un soffio numerose occasioni da gol, grazie all’imprecisione dei propri attaccanti e a una dose di cattiva sorte, si ritrova in 11 contro 10 per l’ espulsione di Gomez dopo 10 minuti della ripresa e nel momento di massimo sforzo viene punito da un errore arbitrale. Subisce un gol irregolare di Pinilla e successivamente non riesce a ribaltare il risultato, ma solo a pareggiare con un colpo di testa di Zapata.

E’ vero che nemmeno stasera la squadra di Benitez ha giocato una gran gara, pur creando le proverbiali 10 occasioni da gol con la consueta "ciorta nera" sottoporta; è vero che se gli azzurri si trovano in questa posizione di classifica non dipende dalla gara di oggi, nè dall’arbitro Calvarese, nè da complotti di palazzo, ma solo dalle solite e continue scelleratezze, mai assenti dall’inizio di campionato; tuttavia, si potrebbe parlare di un Napoli nel mucchio selvaggio con Roma e Lazio. Benitez avrebbe sicuramente preferito perdere con altri errori difensivi su angoli e ripartenze, ma non morire per mano dell’arbitro, che sembra la beffa di un finale stagione degno del nostro campionato strambo.

Bastava vincerla, anche allo scadere per 1-0, e il risultato sembrava più che raggiungibile, ma l’arbitro, scarso e poco lucido, ha condizionato una gara che oggi valeva molto di più dei 3 punti; valeva la speranza di tornare dalla sosta ed andare all’Olimpico a giocare l’ennesima chance di avvicinamento alla vetta. Invece, come è spesso accaduto, il Napoli scivola mestamente in quinta posizione, scavalcato anche dalla Sampdoria.

Non ci si attendeva questo epilogo. Tutto fuorchè l'arbitro. La prestazione di Calvarese vale più di tani gol sbagliati o svarioni difensivi: per quanto possano essere stati poco convinti gli uomini in campo, per quanto un cambio potesse essere migliore di un altro, stavolta non è tempo di invocare la sorte e cercare capri espiatori.

La serata è nera, anzi nerissima, per l'arbitro, per il Napoli, per il campionato del Napoli. A Fuorigrotta si spera non intacchi anche il futuro radioso della socieetà.

Se è vero che il Napoli è in lotta su tre fronti, il fronte campionato da stasera brucia parecchio.