Grinta, intensità, ritmo. Tre dei principi cardine del Napoli versione Sarri che si è imposto sia al San Paolo che, nelle ultime uscite, lontano dal catino di Fuorigrotta. Il fattore 'casa' sta diventando molto importante per la squadra dell'allenatore toscano, che in questo primo scorcio di stagione, non ha mai fallito davanti al pubblico di casa nonostante lo scetticismo generale che accompagnava l'arrivo del Maestro di campagna.

A poche ore dal match clou dell'ottava giornata di campionato contro la Fiorentina (perché come si usava un tempo analizzare le sfide di giornata, il match più importante viene determinato dalla somma algebrica dei punti in classifica, oltre che dal blasone delle due compagini impegnate), andiamo a dare uno sguardo ai temi della gara che potrebbero permettere agli azzurri di fare un passo avanti verso la vittoria.

Partita senza ombra di dubbio di difficilissima lettura per i partenopei, che però sul manto erboso amico non hanno mai perso in questa stagione, sia in Italia che in Europa. Tuttavia, la Fiorentina, si presenta al San Paolo dopo cinque vittorie consecutive in campionato, oltre all'affermazione portoghese contro il Belenenses che ne ha raddrizzato il cammino internazionale. La viola di Sousa sembra, al momento, avere e dimostrare molte più certezze rispetto a dubbi e falle nel proprio sistema difensivo, che ad oggi è il migliore di tutta la Serie A. Per il Napoli, secondo migliore attacco, sarà dunque difficile trovare varchi disponibili nella retroguardia gigliata, ma proviamo a vedere dove gli azzurri potrebbero pungere con maggiore insistenza per avere la meglio degli ospiti.

Intensità selvaggia ed canalizzare il pressing

Le uniche cadute stagionali della squadra di Paulo Sousa, seppur premature in termini cronologici, sono arrivate contro squadre che hanno fatto della pressione asfissiante la loro arma decisiva. La grinta e la cattiveria agonistica mostrata dal Torino dopo l'iniziale svantaggio firmato Alonso, ha permesso ai granata di irretire il possesso palla della squadra dell'ex Basilea, che sfrutta proprio la gestione della sfera per imprimere ritmi e geometrie a lei più congeniali, di ribaltare la gara e portare a casa il successo. Stesso dicasi per il Basilea, che a Firenze alzando il baricentro, e limitando le fonti di gioco viola, ha trovato il colpo grosso al Franchi (anche se la filosofia sousiana era ancora in fase di principio). La Fiorentina impone una cadenza regolare al match, cercando di gestire energie fisiche e mentali distribuendole sui novanta minuti della gara. Tuttavia, come si è visto a Milano, sponda interista, il pressing organizzato ed una serie di letture intelligenti di spazi e di movimenti le consente di essere sempre lucida e propositiva, ed al contempo concreta e pungente.

Il Napoli dovrà essere bravo, dunque, a togliere ossigeno dalle prime battute agli ospiti, evitando di mettere in moto i due fulcri del gioco gigliato: Badelj e Vecino, laddove dovessero giocare, riescono ad imbeccare spesso Borja e Ilicic tra le linee con verticalizzazioni ficcanti e fastidiosissime, che scaturiscono poi nella maggior parte dei casi per le occasioni in profondità di Kalinic o per l'apertura sulle fasce della manovra. Gli azzurri dovranno oltremodo forzare la pressione, cercando al contempo di non scoprirsi a queste imbucate centrali (ovviamente più facile a dirsi, che ad attuare): la Fiorentina, rispetto a Milan e Juve, affrontate nello stesso modo e battute, ha palleggiatori migliori sia in difesa (Gonzalo) che in mediana, ma difetta con Tomovic ed Astori nella costruzione dell'azione. Fondamentale dunque con Higuain, provare a far impostare la manovra al centro-destra o al centro-sinistra della difesa ospite: con ogni probabilità, cosi come accaduto contro bianconeri e rossoneri, sarà Tomovic la maggior parte delle volte ad imbastire l'azione.

L'importanza degli esterni

Partendo dal presupposto e dalle voci che arrivano dall'ambiente viola, Sousa dovrebbe schierare al San Paolo il solito 3-5-2, con Kuba e Alonso sulle corsie laterali. Dove il Napoli potrà provare a vincere la gara, o quantomeno indirizzarla a suo favore è proprio sotto questo aspetto: in fase di possesso palla (precedentemente abbiamo analizzato l'altro aspetto, quello difensivo), gli azzurri dovranno cercare, in caso di ripartenza o di impostazione della manvora, i propri esterni in posizione di vantaggio rispetto ai due esterni di fascia. I padroni di casa dovranno essere rapidi nel trovare Insigne alle spalle del polacco ex Dortmund, escludendone un raddoppio e favorendo il talento partenopeo nell'uno contro uno su Tomovic (ovviamente la Fiorentina dal suo canto dovrà provare ad opporsi a questa opzione rallentando le fasi di gioco partenopee o abbassando oltremodo l'esterno destro).

Altrettanto fondamentale, nel caso in cui il talento di Frattamaggiore dovesse essere in buona vena, il raddoppio di Astori e Gonzalo Rodriguez centralmente su Higuain, con Alonso che in tal caso dovrà essere perfetto ed attento in diagonale sui tagli ficcanti e puntuali di José Callejon dal lato debole. Il Napoli potrà utilizzare in questo caso, un'ulteriore mossa: gli inserimenti di Allan potranno essere decisivi per liberare sia Callejon che Higuain, in quanto il brasiliano dopo aver messo a segno tre gol in questo inizio di campionato attirerà l'attenzione sia di Astori che di Alonso, ma dovranno essere bravi Badelj, Vecino o chi per loro a seguire le incursioni del mediano ex Udinese, onde evitare pericolosi cambi di marcature.

Probabilmente, chi riuscirà a primeggiare in questo aspetto, potrebbe portare a casa un risultato positivo.