Fine primo tempo al Bentegodi: 0-0. Un altro Napoli, non quello di Maurizio Sarri, pacato e consapevole di ciò che andava fatto anche nella ripresa dopo 45 minuti di assedio incessante, ma senza frutti, si sarebbe innervosito, avrebbe attaccato a testa bassa perdendo quel pizzico di lucidità che ha portato, invece, ad un altro successo. L'ostico Chievo di Maran è un pugile all'angolo che non crolla mai, nemmeno sotto gli incessanti colpi che si infrangono sul palo di Higuain, sotto il destro a giro di Insigne smanacciato da Bizzarri. Tremano le gambe al Chievo, mai domo. 

E' una di quelle gare che, un altro Napoli, avrebbe stentato a portare a casa. E' una questione di forma mentis, di voglia di vincere le gare con tutte le armi a disposizione, ma non con la foga agonistica che caratterizzava le precedenti versioni dei partenopei, ma con le idee, con il gioco, con la ragione. Ed allora il Napoli si rimette a lavorare ai fianchi dei clivensi, incessante: Insigne, Callejon, un Hamsik sempre nel vivo della manvora, il motorino di Allan incessante come pochi. Finché la barca va, lasciala andare: va Ghoulam sulla corsia laterale mancina, col pennello disegna il tracciante, al resto pensa il Pipita. 

Il Napoli che espugna Verona è un altro Napoli, di quelli che lascia di sasso tutti, tifosi ed avversari, perché gioca da grande squadra: senza staccare un attimo la spina della concentrazione, sbagliando raramente in fase di impostazione, altrettanto in difesa, dove oramai non fa più notizia l'imbattibilità di Reina (impegnato sempre di rado). L'avanzare degli azzurri è incessante, cadenzato ma efficace, interrotto dagli strappi che fanno parte dell'indole delle grandi squadre, quelle costruite per vincere ed arrivare in fondo. 

Tuttavia non c'è tempo per apprezzare il sapore del successo, perché c'è già da pensare al prossimo passo verso la vetta: "Il nostro obiettivo è mercoledì, chi la pensa diversamente non deve proprio entrare nello spogliatoio. Scudetto? Per me è ancora una bestemmia, dobbiamo vedere se riusciremo a ripetere questo brillante periodo per dieci mesi. Di scudetto parlatene con la Roma che è prima. Siamo in un gruppo di squadre molto numeroso, pensiamo solo a mercoledì quando avremo un’altra partita difficile". 

Oltre le bestemmie sarriane, tra scaramanzia e voglia di restare concentrati sul passo immediatamente successivo da fare, senza alcun volo pindarico, c'è però un Napoli che va dritto nella direzione della vetta del campionato. Non può essere altrimenti per una squadra che arriva da sei vittorie nelle ultime sette in Serie A, che in Europa è già qualificata di fatto alla seconda fase (passaggio fondamentale soprattutto in considerazione che per tre partite si potrà staccare anche la spina). 

Ciononostante, il perfezionista di Bagnoli è sempre sull'attenti, e la sua umiltà potrebbe essere l'arma in più, a lungo andare, di questo Napoli: "Penso, tuttavia, che si potrebbe fare qualcosa di meglio soprattutto nel riprendere qualche metro di campo quando la palla ce lo consente. In quello siamo ancora pigri". 

Infine, tra la soddisfazione ed i primi pensieri che volano a mercoledi, ed alla sfida del San Paolo contro il Palermo, Sarri chiude con una piccola nota polemica: "Quando giochiamo in Europa avremmo diritto al posticipo, ma ne abbiamo solo uno. Inoltre, mercoledì giocheremo col Palermo che su 72 ore che mancano alla sfida ne avrà 24 di riposo in più. Poi andremo al Genoa con 4 partite in 10 giorni e loro avranno un giorno e mezzo in più di riposo. Questo è l'aiuto che danno a chi gioca l'Europa? Ora capisco perchè qualche squadra ha mollato l'Europa League, poi si lamentano del ranking...".

Intanto, posticipo o non posticipo, Europa o campionato, il cammino del Napoli non fa distinzione alcuna: vincere aiuta a vincere, ancor meglio se lo si fa con idee, mentalità ed una carismatica e e sfacciata personalità. Sembra ripetitivo dirlo dopo l'ennesima vittoria conseguita, ma questo Napoli acquisisce sempre più presenza delle proprie capacità: lecito sognare in grande (?).