Genoa-Napoli è la portata principale del pranzo domenicale della undicesima giornata di Serie A, che vedrà la scatenata truppa partenopea scendere in campo al Luigi Ferraris di Genova in cerca del primato in classifica e di un risultato a dir poco storico. Dopo i successi contro Chievo e Palermo, il Napoli affronta la tappa intermedia del viaggio di cinque gare contro le squadre cosiddette 'piccole', che alla vigilia di questo mini-percorso avrebbero dovuto confermare le velleità di alta classifica dei partenopei dopo i successi contro le squadre più blasonate oltre a conferire agli azzurri una maggiore e definitiva maturità.

Le prime due gare hanno portato in dote a Maurizio Sarri altri sei punti e l'intento in terra ligure è quello di proseguire la marcia verso la vetta della classifica, sfruttando il contemporaneo stop della Roma di Garcia. La trasferta contro i rossoblù di Gasperini metterà il Napoli di fronte ad una squadra che in casa ha conosciuto soltanto una sconfitta nelle ultime dieci apparizioni, ottenuta per mano della Juventus di Allegri. Di contro, il Napoli arriva al match forte degli ultimi successi esterni contro Legia Varsavia, Milan, Midtyjlland e Chievo Verona. Questi gli aspetti tattici, e non, che potrebbero favorire il successo degli ospiti.

Superiorità numerica a centrocampo - E' risaputo, oramai, che le fortune del Napoli, in fase di possesso e non possesso, arrivino tutte o quasi dalla cerniera di centrocampo, composta nella maggior parte dei casi da Allan nel ruolo di incontrista e fluidificante, Jorginho regista e da Marek Hamsik nelle vesti di mezzala con compiti offensivi. Dalla parte opposta, quest'oggi, gli azzurri troveranno una squadra che dovrebbe schierarsi con il solito 3-4-3 (o 3-4-1-2 a seconda della posizione di Perotti) Gasperiniano, dove Dzemaili e Tino Costa agiranno da centrocampisti. Una sorta di gara nella gara, dunque, vedrebbe il Napoli prevalere in questa zona del campo con una sorta di 3 contro 2, dove sarà fondamentale per gli azzurri superare con repentine verticalizzazioni lo sbarramento che verrà posto, presumibilmente, dal mediano svizzero ex di giornata.

Fondamentale per arginare le offensive azzurre sarà il ruolo di Perotti, che qualora dovesse giocare da trequartista, prenderebbe in consegna Jorginho, nell'intento di non fargli prendere il controllo dei ritmi della gara. Viceversa sarà fondamentale per gli ospiti prendere in mano le redini della gara, così come è accaduto nella maggior parte delle vittorie fin qui conseguite. I precedenti tattici, contro Juventus a Marassi ed Empoli al Castellani, che utilizzavano una mediana a tre ed una difesa a quattro, hanno visto il Genoa in notevolissima difficoltà in questo aspetto ed il Napoli dovrà essere cinico e spietato nell'approfittarne.

La marcatura a uomo del Genoa - Così come asserito da Gasperini nella classica conferenza stampa di vigilia, il Genoa non modificherà il credo tattico in base agli avversari odierni e quindi l'ex allenatore di Palermo ed Inter continuerà a sostenere la sua marcatura a uomo. Come si evince dall'immagine sottostante risulta essere un'arma a doppio taglio, che permette al Grifone di ripartire in velocità quando riesce a recuperare la sfera, ma anche di prendere imbarcate difensive quando il posizionamento non è ideale.

Il Napoli, così come svolto ottimamente dalla squadra di Allegri in questa occasione, avuta sullo 0-0, potrà sfruttare la vena di Gonzalo Higuain per mettere in pericolo la retroguardia genoana. In questo caso Burdisso viene anticipato dal croato Mandzukic, che si auto-assiste nel lancio verso l'area di rigore, prima di servire Cuadrado per la conclusione. Possiamo immaginare, con lo stesso schieramento tattico partenopeo, una soluzione simile con Higuain e Callejon. Non solo. Insigne o Mertens, dalla parte opposta, potrebbero sfruttare a proprio piacimento le proprie doti nell'uno contro uno per creare superiorità numerica a ridosso dell'area di rigore: sarà decisivo in questo senso, sfruttare il mis-match contro il terzo centrale e non contro il terzino in copertura, onde evitare il raddoppio di marcatura. Nel caso opposto, ovviamente, dovranno essere bravi Munoz (o chi per lui) e Figueiras, ad arginare l'asse Ghoulam-Insigne/Mertens dal quale nascono la maggior parte delle occasioni dei campani.

Scaramanzia - Tattica, e tanto altro. Uno dei gesti più eloquenti dell'ultima conferenza stampa di Maurizio Sarri (pre-Palermo), vedeva l'attuale mister del Napoli esorcizzare la richiesta di Scudetto da parte di un giornalista in maniera alquanto vistosa. Al di là della scaramanzia che scorre nel sangue dell'allenatore toscano-napoletano, il Napoli è ad un passo da un traguardo storico che è stato raggiunto soltanto in occasione dell'arrivo in Campania di Maradona: mai nella storia i partenopei sono riusciti ad ottenere sei successi consecutivi in campionato, fermandosi il più delle volte a quota cinque. L'unica volta che hanno scritto questa particolare pagina di storia fu nel lontano 1988, nel periodo nel quale Maradona e soci ne misero sette in fila a cavallo del mese di Gennaio e fine Febbraio. Era l'epoca d'oro del calcio a Napoli, quella dei due Scudetti. In questo momento tutti i tifosi di fede azzurra si staranno esorcizzando il momento come Maurizio Sarri in quella conferenza sopracitata.