"Voi credete che sia l'aspetto mediatico a determinare l'importanza, per me era importante anche Sangiovannese-Grosseto per determinare la C2". Questo uno dei passaggi più importanti della conferenza stampa di Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, che quest'oggi ha presentato alla stampa la sfida di domani sera dello Stadium, che opporrà la capolista del campionato alla seconda in graduatoria, la Juventus. Sarri guarda al match di domani, come ha preparato e analizzato tutte le sfide precedenti, anche se è innegabile l'importanza della contesa. 

"E' una vigilia normale, per una gara importante ma a tre mesi dalla fine del campionato. Non ho visto tensioni particolari, ho visto la solita intensità della squadra. Credo che l'approccio alla gara sia normale, poi darà stimoli che bisogna gestire con lucidità. Il pareggio? Io non firmo mai per nulla, mi dà gusto la sfida e andiamo lì a brutto muso. Per la nostra gente non è una gara comune, loro avranno uno stadio intero, noi giocheremo anche per una città che ci spinge. Poi ci sono le difficoltà della gara, ma se giochiamo con l'orgoglio ed il cuore, alla fine accetterà il risultato".

Juventus-Napoli sarà la sfida tra le due migliori squadre d'Italia, più complete delle altre sia per quanto riguarda l'aspetto difensivo, che quello offensivo. Questa l'analisi di Sarri, che guarda anche al cambio modulo dei bianconeri: "Una difesa solida è un buon punto di partenza, la Juventus ce l'ha da anni, è un'abitudine, noi stiamo cercando di costruire delle certezze difensive. La loro solidità è storica. Il modulo? Non penso cambi molto, anche a tre scivola l'esterno e si difendono a quattro, quindi non penso cambi molto. Cosa deciderà? Quando ci sono difese solide è la giocata del singolo a determinare. Loro hanno tanti singoli che possono determinare la gara, ma non siamo messi male neanche noi". 

Ed inoltre: "Noi non abbiamo obiettivi finali, ma solo la partita di domani. La gara ci dà un gusto enorme perchè siamo alla pari con la Juventus, la squadra che è padrone del calcio italiano negli ultimi anni, quindi è già motivo d'orgoglio. Non ci accontentiamo, ma abbiamo la follia di andare a Torino ed imporre il nostro calcio. Loro sono più abituati i noi a giocare queste gare, ma noi ne abbiamo 4-5 che possono prendere per mano i più giovani".

Il tecnico del Napoli guarda anche in casa bianconera, analizzando i punti cardine della squadra di Allegri: "Chi toglierei? Nessuno, sono fenomenali, Buffon ha fatto la storia, Marchisio è straordinario e Dybala ha un futuro grandioso. Cuadrado ed il suo periodo di forma? Loro puntano sull'ampiezza, per noi è difficile sotto questo punto di vista, ma anche Insigne e Callejon hanno determinato e non siamo messi malissimo. Per il loro modo di giocare però l'ampiezza è più importante rispetto a noi. Se noi copriamo la loro ampiezza con gli attaccanti esterni, ci ritroveremmo a difendere a 6, dovremo prenderci qualche rischio. L'abitudine a vincere? L'esperienza può influire, ma poi subentrano anche altri fattori, altrimenti giocherebbe ancora Gigi Riva".

Sulle differenze tra le due squadre, successivamente: "Noi ci orientiamo sulla palle, meno duelli individuali mentre loro vanno di più allo scontro fisico perchè hanno una fisicità importante. Sono modi diversi di giocare, anche per questo domani dobbiamo giocare ancora più in velocità e non fisicamente".

Inevitabile non guardare anche all'aspetto della scelta dell'arbitro dopo le polemiche settimanali: "Si parla di arbitri di assoluto valore. Con Orsato ho avuto quache discussione, ma è straordinario, va benissimo, io non ho mai avuto problemi con gli arbitri anche se mi chiedono spesso l'opinione su un episodio e dico la mia".

Inoltre, Sarri analizza anche i meriti del suo Napoli, arrivato fin qui con la forza delle idee dopo un processo di maturazione lungo e faticoso: "Sarebbe una soddisfazione per i nostri tifosi, ci tengono tanto, ci dispiace che non siano a Torino. Poi finirebbe lì perchè mancano 13 partite. Noi giocheremo il nostro calcio, l'esperienza ci dice che quando smettiamo di giocare diventiamo vulnerabili, quindi l'unica possibilità per uscire da uno stadio tremendo per gli avversari della Juve è giocare il nostro calcio. Magari non ci riusciremo, staremo 70 minuti nella nostra area, ma non per scelta, anche per 30 secondi alzeremo la testa con orgoglio e faremo il nostro calcio. I nostri ragazzi non devono essere tesi, ma pensare solo alla prestazione e poi accettare il risultato".