Il Napoli si ferma a Palermo. Rosanero straripanti e dominanti per tutta la gara, che non hanno dato alla squadra di Benitez la possibilità di entrare in partita fin da subito e di riaprirla una volta in svantaggio. Tanta pressione, troppa intensità quella messa in campo dai rosanero alla quale gli azzurri non hanno saputo opporre alcuna resistenza, fisica e mentale.

Iachini stravolge il suo Palermo, schierando un 4-3-3 insolito con Quaison assieme a Dybala e Vazquez in attacco. Benitez rinuncia a Gabbiadini, preferendo un Callejon che però non darà risposte per tutta la durata della gara.

L'inizio è bloccato, il Palermo sembra sornione, guardingo, in attesa del momento cruciale per sbloccare la gara. Il Napoli dalla sua prova ad impostare la manovra partendo dalle retrovie, ma sia Jorginho che David Lopez si nascondono troppo in fase di impostazione e non aiutano lo sviluppo della manovra. Al 15' l'episodio chiave che cambia il match: Lazaar calcia di sinistro da 40 metri, sperando di trovare Rafael impreparato. L'estremo difensore azzurro sembra sorpreso dalla traiettoria che assume la sfera e si lascia superare goffamente dalla stessa regalando il vantaggio che spiana la strada ai rosanero. Gara in discesa per i padroni di casa, che riescono a chiudersi perfettamente in difesa, nella trequarti, e ripartire in contropiede. Fatale proprio una ripartenza per il raddoppio dei siciliani: Quaison recupera palla su Jorginho, imbecca Dybala nello spazio; la calamita argentina attira su di se pallone e difesa del Napoli, prima di scaricare per il rimorchio di cestistica memoria di Franco Vazquez che piazza sul primo palo in controtempo, beffando ancora Rafael.

Napoli tramortito, irretito, che torna negli spogliatoi con una sola conlcusione all'attivo verso la porta difesa da Sorrentino, bravo a deviare in angolo il destro di un Higuain impalpabile.

Nella ripresa ci si attenderebbe una scossa da parte degli ospiti, ma il Palermo è messo benissimo in campo e non cala fisicamente nonostante le notevoli energie spese nella prima frazione. Benitez cambia qualcosa inserendo Gabbiadini, e togliendo un propositivo Hamsik, colpito duro da Rigoni. Cambiando l'ordine dei fattori, il risultato non cambia affatto: pallone recuperato a centrocampo da Dybala che supera in velocità uno stranito Strinic, lontano parente di quello ammirato fino a questa sera, e pennella sulla testa di Vazquez un cioccolatino che l'italo-argentino non scarta ancora, ma che offre al compagno meglio servito in area di rigore; Rigoni è tutto solo al centro dell'area di rigore e non deve far altro che appoggiare in rete tra il tripudio dei tifosi, pochi fortunati, del Barbera. Gara chiusa, che non ha altro da dire, perchè ha detto tutto nei 60 minuti iniziali: i rosanero hanno meritato in lungo ed in largo. Il gol di Gabbiadini nel finale non serve a rendere meno amara la sconfitta, ma conferma l'incredibile vena realizzativa dell'attaccante del Napoli (terzo gol in tre gare). Finisce con i palermitani raggianti ed entusiasti ed i giocatori azzurri a capo chino. Servirà un altro Napoli, quello vero, per recuperare la Trebisonda.