Argentino si, italiano anche. La storia della Nazionale Italiana passa attraverso una lunga sfilza di naturalizzati, o come in questo caso, di giocatori che hanno un doppio passaporto. Legati indissolubilmente alla patria dove sono nati, l'Argentina, e dalle radici che ti legano ad una delle due metà della tua famiglia, la mamma italiana. Franco Vazquez, italiano d'argentina, ha l'azzurro nel destino. L'azzurro Italia, nel futuro, anche se non tutto è stato sempre così facile. Prima dell'arrivo di Beppe Iachini in Sicilia, al Palermo era un reietto, emarginato, dal gruppo come dal progetto tecnico dei rosanero. Poi l'esplosione, la fiducia, la rinascita. Grazie a quel genietto di Ascoli oggi si parla di lui come un potenziale campione che, a 25 quasi 26 anni (li compirà il 22 febbraio), è pronto al grande passo, in Nazionale come in un grande club.

L'esplosione e la consacrazione di Franco Vazquez lungo i prati della Serie A potrebbe assomigliare vagamente a quelle già viste dalle parti della sicilia di Pastore ed Ilicic. Tra i due il primo, forse, gli assomiglia di più per caratteristiche e colpi. Gli auguriamo di avere un futuro brillante come quello del Flaco. El Mudo, il muto, non parla molto, ma quando lo fa non è mai banale e distratto, pesa ogni parola e non si sbilancia molto. Nelle sue parole alla Gazzetta dello Sport, si racconta, spiegando i motivi dell'esplosione, ma non solo: "Dici Napoli e pensi a Maradona che lì è stato un dio. Fa un certo effetto vincere contro quei colori anche per questo. Segnare sia all’andata che al ritorno, poi, è stato bellissimo. Per il Palermo è stata una vittoria importantissima perché volevamo riscattare la sconfitta con l’Inter. Sì, in effetti, il Napoli mi porta bene".

Un feeling innato, dunque, con quell'azzurro che passa velocemente da quello sbiadito del Napoli del Barbera a quello ben più prestigioso e limpido della Nazionale di Antonio Conte: "Ho sempre detto che per metà mi sento italiano, mia madre è di Padova e molti miei parenti vivono li, per me sarebbe un onore. In realtà Conte l’ho visto soltanto quando è venuto a trovarci a Boccadifalco, poi non l’ho più sentito (ride, ndr). Per me è uno dei migliori allenatori al mondo. Non si vincono tre scudetti di fila per caso. Mi ricorda molto Iachini, anche lui vuole un calcio fatto d’intensità, qualità e bel gioco. Poi, trasmette una carica incredibile, proprio come il nostro tecnico. Penso di essere più utile in attacco, però se Conte mi chiedesse di giocare a metà campo non avrei problemi. L’ho fatto nel Palermo, figuriamoci se non potrei farlo in Nazionale."

7 gol, 8 assist, 7 legni (tra pali e traverse). El Mudo è entrato in 15 dei gol rosanero in Serie A, e con il gol al Napoli ha eguagliato il suo record personale che aveva con la maglia del Belgrano (che batterà tra non poco). Uno stimolo la classifica capocannonieri? Una sfida con l'amico Paulo Dybala? "No, per niente. Anzi vorrei che Paulo continuasse a segnare il più possibile perchè se lo merita. Mi piacerebbe arrivare in doppia cifra, sarebbe un traguardo fantastico".

Traguardo altrettanto fantastico raggiungere la Serie A ed esplodere, segnando per ben due volte contro il Napoli, davanti agli occhi di un'emozionatissima mamma Marina. Cosa pensa di te e del tuo futuro in Nazionale? "Beh, era in tribuna assieme alla mia fidanzata. E' venuta a trovarmi e mi ha portato fortuna. E' contenta, però mi ha detto sempre di fare ciò che volevo (riguardo alla scelta della Nazionale di appartenenza), non mi ha mai provato a convincere".

Palermo è sinonimo, in questi casi, di trampolino di lancio per poi arrivare in piazze più blasonate di questa siciliana. Lo è stato per i vari Pastore, Cavani; può diventarlo per te e Paulo Dybala? "Io ho rinnovato il mio contratto col Palermo perchè mi sento molto legato al club. Quello che accadrà in futuro dipende dalla società e dalle richieste che arriveranno. Mi piace l'idea di diventare simbolo di questa squadra. Per Paulo posso solo essere contento. Sta facendo un campionato strepitoso, approdare in una big sarebbe il riconoscimento giusto dopo questa stagione. Per il futuro però siamo a posto: c'è Andrea Belotti che è un grande attaccante".

Infine, due provocazioni. Una per quanto riguarda il suo passato in Sicilia, un ambientamento difficile, con il pensiero di lasciare tutto e tornare a casa. L'altra sul futuro del Palermo: salvezza o...altro. "Abbiamo le potenzialità per provare ad andare in Europa, ma pensiamo al primo obiettivo. Per puntare all'Europa dobbiamo migliorare in trasferta, fare un salto di qualità. Ci proveremo già con la Lazio. Il mio passato? Se mi avessero detto che oggi avrei fatto questo tipo di prestazioni avrei pensato che mi stavano prendendo in giro, anche se ho sempre lavorato al meglio. Quei sei mesi vissuti fuori lista sono stati utili per la mia crescita, oggi ne sto raccogliendo i frutti".

Franco Vazquez è pronto. A spiccare il volo, ad imporsi in una grande squadra, con tutto il massimo rispetto per il Palermo che l'ha visto crescere. Senza rinnegare il passato e l'uomo che l'ha fatto esplodere, Iachini. Vazquez è pronto ed attende una telefonata, magari già a partire dalle prossime partite dell'Italia di Conte, pronto a convocarlo per Bulgaria ed Inghilterra. Franco risponderà presente, da trequartista o mezzala. Conte lo sa. Vazquez e l'Italia sono pronti a dirsi si.