La fama di "mangia-allenatori", l'esperienza nel mondo del calcio, gli investimenti nei talenti. Tutto questo è Maurizio Zamparini, presidente attualmente del Palermo e precedentemente del Venezia. Che sia un personaggio molto particolare non lo si è scoperto certo da poco, ma le sue dichiarazioni fanno spesso rumore, sia in positivo che in negativo. Al Corriere della sera ha rilasciato una lunga intervista dove parla anche della sua reputazione e del rapporto con i suoi allenatori: "Di donne ne ho avute poche, allenatori tantissimi, a sono nel calcio da 35 anni, ssere definito così non mi offende, mi diverte. E poi sono rimasto in buoni rapporti quasi con tutti. Non do le formazioni ai miei allenatori, ma io capisco di calcio, ho cominciato a giocare quando avevo 3 anni: discuto di tecnica e tattica, poi lascio decidere all’allenatore. Se vince ha ragione, ma se perde allora ha torto lui. I tecnici con cui mi sono trovato meglio sono Iachini e Guidolin che solo per il carattere introverso non è finito in una grande squadra. Gattuso? É stata un’esperienza negativa: era un lavoratore ma non basta essere un grande ex giocatore per diventare un bravo tecnico. La gavetta è fondamentale".

Scopritore di talenti, da Cavani a Pastore, passando per l'ultimo gioello Paulo Dybala: "Il segreto è mio e degli osservatori che lavorano con me. Loro mi segnalano i talenti che visionano, io guardo le cassette e do l’ultimo ok. L'arrivo di Dybala è merito del mio ex ds, Luca Cattani, in Argentina per vedere all’opera un giocatore: fu impressionato da Dybala, poi io fui coraggioso a investire 12 milioni per un ragazzo di 18 anni. Si interessò anche il Milan, ringraziai Berlusconi quando andai ad Arcore: mi offrì la stessa cifra di Marotta ma cash, senza bonus. Se fosse stato per me gli avrei risposto sì. Fu Paulo a scegliere la Juventus".  

Parla anche dei suoi rapporti con i piani alti del calcio italiano e del Milan: "La Lega Calcio è la fotografia in piccolo del Paese: non si pensa a cosa è giusto o sbagliato ma cosa conviene o cosa no. Senza parlare dei criteri di ripartizione dei diritti tv: guai pensare che Juve e Milan possano non guadagnare. Con Berlusconi ho ottimi rapporti. Quando sono andato da lui ad Arcore mi ha detto: 'Lascio la politica e investo tutto nel calcio'. Voleva cambiare allenatore e pensava a Conte, gli ho detto io di prendere Mihajlovic. É uno con gli attributi, il migliore in circolazione".

Infine, un pensiero al futuro del suo Palermo, che ha reso grande negli ultimi anni: "Ho 74 anni e vorrei lasciare a qualcuno di affidabile che faccia il bene del Palermo, ma per un imprenditore è difficile lavorare in Italia".