E' detto 'il Mudo' perché non parla quasi mai, perché Franco Vazquez è abituato a parlare coi piedi in campo. Ha deliziato tutte le platee di A lo scorso anno con giocate d'alta scuola e svariati tunnel durante le partite, il tutto con estrema facilità. Ha iniziato bene quest'anno, con un assist nella partita di Udine, leggermente in calo contro il Carpi. Il Palermo di Iachini è partito alla grande, con sette punti conquistati in tre partite, rispetto alla falsa partenza dello scorso anno, e l'italo-argentino è senza alcun dubbio uno dei protagonisti dei rosanero. 

In un'intervista rilasciata alla Gazzetta dello Sport, Vazquez parla del suo presente, ma anche del suo futuro. Tra i sogni c'è quello di giocare la Champions League, proprio come il suo amico Dybala:  "Con Paulo mi trovavo bene, ma oggi sto magnificamente con i nuovi compagni di reparto e non solo con loro. Dybala mi manca soprattutto come amico. Siamo sempre in contatto. L’ho chiamato prima dell’esordio in Champions, era emozionato come un bimbo. Gli ho detto di stare tranquillo, tutto sarebbe andato per il meglio. Non sbagliavo. Io a Paulo voglio bene come ad un fratello, Se la sua esperienza in bianconero va bene, io sarò felice per lui, come lui del resto condivide le mie gioie. Alla Juve non ci penso più, sono felice di stare a Palermo perché anche questo è stato un attestato di stima, come il fatto di avermi tolto dal mercato dichiarandomi incedibile. Sono del Palermo e voglio garantirgli il massimo, poi non è detto che vada via. Sto bene in Italia e la A per me è il massimo, quindi non intendo spostarmi. Certo mi piacerebbe giocare in una squadra da Champions".

Tornando al presente, Vazquez è il punto di riferimento del Palermo, colui che fa girare il pallone ed il centro nevralgico del gioco, dai piedi del quale passano gran parte delle azioni d'attacco. Tuttavia, l'argentino, rimane coi piedi per terra quando deve analizzare il prosieguo della stagione:  "Se guardiamo troppo in alto finiremo per farci male da soli. Dobbiamo mirare non oltre la punta del nostro naso, vale a dire partita per partita, senza fissare traguardi e tabelle di marcia che servono solo a complicarsi la vita. Poi, se viene qualcosa di più della salvezza, tanto meglio".

La prossima partita dei rosanero sarà sabato a Milano contro il Milan di Mihajlovic. Una sfida molto dura per gli uomini di Iachini, ma che al Palermo ha portato più volte fortuna: "A nessuno piace perdere la stracittadina. Ma noi sappiamo come contrastarli: attaccare alto e tenere palla per fargli male. Stavolta magari segno io che sono già andato in rete contro l’Inter ma mai contro il Milan. Volgio segnare più dell’anno scorso, se pali e traverse non si accaniscono su di me: andrebbero bene anche 11".

Infine, la scelta di indossare la maglia azzurra piuttosto che quella albiceleste dell'Argentina; Conte ormai lo considera nei suoi 23, anche se sia contro Malta che a Palermo contro la Bulgaria, non ha giocato: "Ho fatto tifo da fuori. Ognuno vorrebbe giocare sempre. Ci speravo, ma va bene lo stesso. Rimpianto di aver scelto l'Italia? Neanche per sogno, figurarsi, sto in un grande gruppo di campioni e farne parte è un onore".

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Francesco Anastasi
Aspirante giornalista