Terza sconfitta di fila, ma con degli evidenti passi in avanti rispetto alla prestazione contro il Milan, coraggiosa ma con dei limiti sul piano tecnico e tattico, e soprattutto a quella contro il Sassuolo, in cui si è vista una squadra priva di anima e di mordente. Il Palermo che lascia il campo dello stadio Olimpico di Torino è un Palermo forse più consapevole dei propri mezzi, soprattutto in alcuni aspetti del proprio gioco e dello stare in campo al cospetto di un avversario agguerrito e capace di costruire gioco, come i granata di Giampiero Ventura, una delle formazioni che si sta esprimendo meglio in questo avvio di campionato, come dimostra il secondo posto alle spalle del tandem Inter-Fiorentina.

Il Palermo continua a essere impalpabile in fase offensiva, nonostante Iachini abbia provato più volte a cambiare faccia al proprio attacco. Si è partiti con un tridente atipico e il ricorso al 'falso nueve', con Vazquez ad agire alle spalle della strana coppia Quaison-Trajkovski. Dopo l'uno-due a cavallo delle due frazioni, Iachini ha dato spazio a Gilardino, e dopo la rete realizzata da Gonzalez ha trovato spazio anche il baby La Gumina, sicuramente non ancora in grado di incidere in una partita dall'altissimo tasso di tensione e anche di confusione. Ma se la decisione di mandare in campo l'attaccante della Primavera rosanero assume a tutti gli effetti le sembianze della mossa della disperazione, è apparsa tutt'altro che peregrina la scelta del tecnico marchigiano di cambiare modulo in corso d'opera. Via l'inoffensivo 3-5-2, con due esterni come Rispoli e Daprelà incapaci di impensierire gli avversari in fase di spinta, e spazio a un più aggressivo 4-3-3, con Struna e Lazaar decisamente più presenti nella fase di buttare cross a centro-area.

E proprio la composizione del nuovo tridente, con Trajkovski prima e La Gumina poi a fare da spalla per Vazquez e Gilardino, ha senza dubbio mandato in confusione la difesa del Torino, indipendentemente dal fatto che i granata abbiano pagato il pedaggio per una condotta troppo aggressiva con l'ingenua espulsione di Molinaro, per poi giocare tutto il recupero con due uomini in meno, a causa del fallaccio da 'rosso' di Obi sul Mudo. Il fatto che gli avversari fossero in inferiorità numerica non rende abbastanza giustizia alla svolta psicologica che il Palermo ha trovato nel secondo tempo dell'Olimpico, considerata la buona quantità di occasioni avute sia sotto di due gol, che dopo la rete di Gonzalez.

Domenica al 'Barbera' arriva la Roma di Garcia, senz'altro spuntata a causa delle assenze in contemporanea di Dzeko e Totti e reduce anche dalla sfida europea contro il Bate Borisov. Il Palermo potrebbe puntare ancora sugli uomini che hanno dato vita a un buon secondo tempo a Torino, con l'aggiunta di Rigoni per dare più sostanza al centrocampo. Il 4-3-3 sembra il giusto compromesso per vedere una squadra che sia al tempo stesso propositiva in attacco e quadrata in contenimento. Ma alla fine, com'è ovvio che sia, sarà Iachini a decidere.