Un punto, per la classifica, conta poco o nulla. Il Parma resta ultimo, staccato. Un punto, per il morale, per il momento, può contare parecchio, soprattutto se strappato con i denti, in uno stadio come l'Olimpico, di fronte alla Roma, in piena corsa per il titolo. I ducali, sconfitti nel recupero infrasettimanale dal Chievo, si presentano a Roma senza alcun chiarimento societario, ma la maglia conta, per molti. Lucarelli porta la fascia al braccio, Donadoni in panchina, impassibile, assiste e da indicazioni. Il Parma è ancora una squadra e vuol esserlo almeno fino a giugno, con serietà. 

"Dignità", scandisce una parola dal peso enorme nel post partita Roberto Donadoni. Con voce convinta, orgogliosa, difende un gruppo, un gruppo costretto a isolarsi per dimenticare quel che intorno corrode rapidamente una realtà fino a pochi mesi fa a un passo dall'Europa. Il Parma non conosce ad oggi il futuro, domani è il giorno ultimo per la nuova proprietà per saldare i debiti verso i giocatori, eppure a 24 ore circa dalla dead-line in campo si sputa sangue, per i colori, per il tifo, per un senso di professionalità. 

"L'ho sempre detto e lo voglio ripetere: ho un gruppo con ragazzi pieni di dignità e anche questo pomeriggio lo hanno dimostrato. Non meritano la situazione attuale di classifica, che non è soltanto colpa lora, ma meritano tutto questo risultato"

"In tutte le partite abbiamo sempre rispettato il campionato e quindi respingo con forza le accuse di rischiare di falsare il campionato. La mia squadra ha sempre fatto il proprio dovere, in tutte le partite di questa stagione. E, come ho sempre detto, fino a quando la matematica non ci condannerà, noi proveremo sempre a salvarci contro tutti e contro tutto".