Genoa - Parma non si gioca, questo il responso al termine dell'ennesima giornata di fuoco in casa ducale. In mattinata, in Procura, Donadoni e alcuni giocatori ascoltati dal Pm, nel primo pomeriggio le parole del Capitano, la scelta di non giocare domenica per lanciare un segnale d'allarme alla Figc e alla Lega. Se con l'Udinese il problema era legato alla mancanza di liquidità, quindi all'impossibilità di garantire le adeguate misure di sicurezza, per la trasferta di Genova è una scelta, un'indicazione forte della volontà dei calciatori. 

Ad appoggiare la scelta del Parma il n.1 dell'Aic Tommasi, che si schiera dalla parte di Lucarelli e compagni, auspicando una pronta soluzione nell'Assemblea di Lega in programma ad inizio marzo. 

Queste le parole di Tavecchio, a ratificare l'avvenuto rinvio dell'incontro in programma al Ferraris "Domenica scorsa è stata rinviata la partita perché i giocatori non volevano giocare a porte chiuse. Non ho voluto mortificarli. Poi non sono stati fatti i passi che avevo auspicato. Nessuno ha presentato i libri in tribunale, quindi non si è aperta una procedura fallimentare e non si è ancora potuto iniziare un esercizio provvisorio per aiutare il Parma. La Lega di A si è detta disponibile ad aiutare un soggetto credibile, che può essere solo il Tribunale. Il Parma è allo sbando, ma la Figc non ha nessuna responsabilità per il default del club né per quello che è accaduto dall'estate scorsa a oggi. In questo momento nessuno può dare un euro ad una società che sta fallendo, ma non è ancora fallita. Quindi, considerato lo stato d'animo dei calciatori, valutata la richiesta dell'Aic e dell'associazione degli allenatori, rinviamo la partita con il Genoa, ma sarà l'ultima volta".

Procede nel frattempo il lavoro degli ufficiali giudiziari. Dopo lo spogliatoio di mister Donadoni, tocca a quelli dei giocatori. Parma si sveglia ogni giorno più vuota.