Sembra trascorsa un’eternità da quel pomeriggio piovoso di metà maggio dello scorso anno quando il Pescara di Zdenek Zeman superò per 1-3 la Sampdoria, realizzando il sogno della promozione in Serie A. D’acqua sotto ai ponti ne è passata assai e di quella squadra non rimane che lo sbiadito ricordo. L’addio del boemo ha infranto la bellezza e l’unicità del suo fragilissimo progetto. Un anno in paradiso. Tanto è durata l’illusione dei tifosi adriatici che, giornata dopo giornata, hanno visto visto la loro squadra naufragare malamente nel mare tempestoso della massima serie. Tutto iniziò a “Marassi”. Tutto può finire qui.

Probabilmente nessuno si sarebbe aspettato di trovare la salvezza diretta dopo la rivoluzione post-Zeman. Certo è che, allinizio della stagione, laugurio di tutti sarebbe stato quello di giungere alla sfida di coi rossoblù avendo qualche chance in più da giocarsi per conservare la categoria. Ed invece così non è. Il match di domenica pomeriggio contro il Genoa può dare anche la certezza matematica dellimmediata discesa in Serie B degli adriatici, dopo un solo anno fra le grandi.

Non è stata affatto la stagione che ci si attendeva. Troppi gli errori commessi da parte della dirigenza, colpevole di aver distrutto un giocattolo che sembrava perfetto con scelte ardite e cervellotiche, spesso infelici, lasciandosi sedurre da veri e propri abbagli. Tre tecnici diversi non sono riusciti ad invertire la rotta di una truppa destinata al massacro: le loro colpe sono decisamente limitate, quando non si hanno a disposizione gli strumenti adatti per affrontare un cammino così difficile. Seppur il verdetto del girone dandata avrebbe fatto pensare diversamente, il vero e proprio naufragio è avvenuto dopo il giro di boa: due punti in quindici partite. Commentare diventa difficile. Domenica potrà calare il sipario. Definitivamente. Lunica cosa che si potrà chiedere ai biancazzurri sarà quello di salvare la faccia e lonore. Tutto il resto, ormai, è perduto.

I PRECEDENTI – Sono soltanto due le volte nelle quali liguri ed abruzzesi hanno incrociato il loro cammino nella massima divisione. In entrambe le occasioni è stato il Grifone ad uscire vittorioso sul Delfino. La prima volta è accaduto nella stagione 1977-78, quando un giovanissimo Roberto Pruzzo risolse lincontro trasformando un calcio di rigore dopo soli diciannove minuti. Passano quindici anni e nelledizione 1992-93 al Luigi Ferraris finisce 4-3 per i rossoblù. Accade quasi tutto nel primo tempo: i padroni di casa si portano sul parziale di 3-0 dopo soli quindici giri di lancette grazie alle reti di Roberto Onorati (4), Gennaro Ruotolo (9) ed Igor Dobrovolskij (15); la reazione degli abruzzesi non tarda ad arrivare ed il gol di Blaz Sliskovic al 25 spiana la strada alla rimonta pescarese che, poco prima dellintervallo, si concretizza nel 3-3 grazie allautorete del compianto Andrea Fortunato (44) ed alla marcatura di Edy Bivi (45). A risolvere il match in favore dei locali ci pensò di nuovo Roberto Onorati con un acuto a tredici minuti dal termine.

LE STATISTICHE – In pochi ad inizio campionato si sarebbero immaginati di vedere i genoani impelagati nella lotta per non retrocedere. Ed invece il torneo dei rossoblù si è rivelato pieno dinsidie: spesso e volentieri si è rischiato di perdere la trebisonda ed i cambi alla guida tecnica fra De Canio, Del Neri e Ballardini sono la cartina tornasole di un vero e proprio annus horribilis. Il successo esterno rimediato in casa del Chievo Verona della scorsa settimana ha dato una gran boccata dossigeno alle speranze dei genoani: il gol decisivo di Marco Borriello ha permesso loro di lasciare il Siena al penultimo posto e di poter lottare con Palermo e Torino per uscire dal pantano. Il rendimento interno dei genoani non è affatto buono (eufemismo), avendo raccolto la miseria di diciotto punti fra le mura amiche, frutto di quattro vittorie (lultima lo scorso 17 febbraio contro lUdinese), sei pareggi e sette sconfitte. Probabile che si assisterà ad un incontro pieno di reti: si scontrano due delle peggiori difese dellintero torneo.

LE PROBABILI FORMAZIONI – La lunghissima lista dinfortunati in casa biancazzurra costringe il tecnico Bucchi a dover rivoluzionare nuovamente lassetto. Gli infortuni patiti da Pelizzoli e Caprari durante la sfida con il Napoli ha privato il neo-allenatore di due pedine fondamentali. Si passa, così, dal 4-2-3-1 al 4-4-2. Fra i pali torna Perin, il quale avrà una grande occasione per mettersi in bella mostra dinanzi alla società che detiene il suo cartellino. Lestremo difensore avrà davanti a lui la linea a quattro formata dalla difesa titolare che lo scorso anno conquistò la promozione in Serie A: Zanon e Balzano sulle fasce con Capuano e Bocchetti al centro. In mediana agiranno Cascione e Togni, mentre sulle fasce si darà spazio a Di Francesco ed al croato Vukusic, nellinedito ruolo di cursore mancino. Ritorno a Genova per Sculli che dovrebbe affiancare Sforzini nel duo dattacco.

I padroni di casa affrontano la vigilia della sfida-salvezza con i dubbi costituiti dalle precarie condizioni fisiche di Borriello e Kucka. Lattaccante non ha disputato la partita di metà settimana a causa della lombalgia. Il suo impiego sembrava in fortissimo dubbio, ma il recupero lampo dell’attaccante partenopeo costringerà l’ex Immobile a sedere in panchina. Il tandem verrà completato da Floro Flores. Il mediano ceco, invece, compie soltanto qualche progresso e sarà costretto a stringere i denti se vorrà accomodarsi quantomeno in panchina. Al suo posto, dunque, c’è la conferma per Rigoni, così come per Antonelli, il quale verrà nuovamente impiegato nel ruolo di interno.