Che la Roma sia forte ormai è sotto gli occhi di tutti. Le sei vittorie consecutive nelle prime sei giornate di campionato avevano fatto riscoprire al campionato italiano una squadra che non lottava per le parti alte della classifica ormai da troppo tempo. Se mai fosse servita un’ulteriore prova della bontà di questa squadra eccola servita su un piatto d’argento: il primo 0-3 a San Siro contro l’Inter della storia giallorossa. Era questo il vero esame di maturità e la squadra di Garcia l’ha passato a pieni voti. I nerazzurri erano sicuramente una delle squadre più in forma del campionato ma questa Roma ha saputo dargli una lezione di calcio, imponendo il proprio gioco e non rischiando quasi mai nulla. Le prove che hanno dovuto superare i capitolini sono state tante e tutte importanti ma il cammino è appena iniziato.

PARTENZA SPRINT E VITTORIA NEL DERBY

La prima gara con il Livorno aveva dato delle indicazioni sommarie su quella che era la nuova Roma, priva degli ultimi acquisti estivi e con meccanismi ancora da oliare. Già dalla partita contro il Verona si era iniziato a capire meglio il gioco voluto da Rudi Garcia: tanta corsa, difesa bassa e attenta e imprevedibilità in avanti. Le prima due di campionato erano state dominate per tutti i 90’ con 5 gol fatti e 0 subiti, ma le due prestazioni non bastavano a far ricredere i più scettici. “La Roma gioca bene, è vero, ma ha affrontato due neo promosse”, queste le parole di chi ancora non riusciva a vedere le potenzialità di questa squadra. Dopo la sosta è arrivata la gara contro il Parma. Al Tardini la Roma incassa il primo gol in campionato ma reagisce e rimonta nella ripresa fornendo una prova di grande carattere anche in vista della partita contro la Lazio.

Il derby era la sfida che poteva consacrare questa nuova Roma o sgretolare tutte le certezze fino ad ora acquisite, una gara da non sbagliare per il terzo anno consecutivo. Ed è proprio qui che la squadra di Garcia mostra tutti i suoi pregi. Anche in una sfida psicologicamente così difficile i giallorossi non palesano alcun cenno di timore o paura, entrano in campo convinti e vincono la partita dimostrando di saper trovare il momento giusto per colpire l’avversario.

Nell’infrasettimanale con la Sampdoria la Roma continua a non prendere reti, a segnare nella ripresa e a mostrare un ottimo calcio. La gara contro il Bologna inizia in discesa, con i gol di Florenzi e Gervinho a portare i giallorossi sul doppio vantaggio dopo appena 18’. Sembra di rivivere il film dello scorso anno proprio contro i felsinei, con i capitolini in vantaggio due volte nei primi minuti e poi rimontati e superati con le reti di Gilardino e Diamanti. Ma quella era la Roma imprevedibile di Zeman, questa è quella solida di Garcia. I giallorossi non si fermano, continuano ad esprimere il proprio miglior calcio fatto di accelerazioni e giocate di classe e chiudono la gara con un pokerissimo. La Roma con quella dimostrazione sembrava aver convinto anche i più scettici.

L’INTER E I RECORD

Ma la vera prova del nove, a detta di tutti, era quella con la sorprendente Inter di Mazzarri. La Roma ha affrontato questa gara con lo stesso piglio delle precedenti, ridimensionando i nerazzurri grazie ai tre gol rifilati nel primo tempo. La squadra impressiona per la solidità difensiva e per la peculiarità di riuscire a coinvolgere tutti i giocatori in campo in entrambe le fasi di gioco. Le accelerazioni degli esterni hanno messo in apprensione la squadra milanese per tutta la gara e un Totti sontuoso ha fatto il resto, regalando con una doppietta i tre punti ai suoi.

I numeri per questa Roma parlano da soli. Record di vittorie consecutive nelle prime giornate di campionato, miglior attacco d’Italia con 20 reti e miglior difesa d’Europa con un solo gol incassato. De Sanctis è ormai imbattuto da 411’, dal gol di Biabiany alla terza giornata, e davanti si viaggia ad una media di 2,86 reti a partita. Meglio di questa squadra a inizio campionato ha fatto solo la Juventus, fermatasi due volte a 8 vittorie e arrivata nella stagione 2005/06 a ben 9 vittorie consecutive nelle prime 9 gare. Con dei numeri così è normale che la differenza tra Garcia e i suoi predecessori sia netta. Luis Enrique e Zeman dopo le prime 7 giornate avevano raccolto 11 punti (il boemo aveva anche beneficiato della vittoria a tavolino contro il Cagliari), e anche i dati dei gol fatti e subiti sono impietosi. La Roma offensiva di Zeman aveva segnato 11 gol e subiti altrettanti, quella dello spagnolo ne aveva fatti 9 e subiti 6.

Ormai la Roma non può più nascondersi dietro l’obiettivo del quinto posto. Anche dopo un inizio del genere è prematuro parlare di scudetto ma sicuramente l’asticella si è alzata. I posti Champions sembrano alla portata e la Roma si candida seriamente come la squadra che potrà rovinare i piani di molte big.