Per la Roma la famiglia Sensi rappresenta l'emblema della Presidenza di una squadra di calcio. Nel 2001 il presidente Franco Sensi, vendendo proprietà sue e indebitandosi, portò a Roma campioni affermati come Batistuta, Samuel, Emerson e Zebina, una squadra costruita per vincere, che costò cara al presidente giallorosso. Dopo la sua scomparsa, la figlia Rosella prende il comando e nonostante i debiti lasciati dalla precedente gestione, riesce a portare la Roma sempre tra le prime della classe, vincendo meno di quello che avrebbe meritato. Poi l'addio, Unicredit si accorda con gli americani che rilevano la società e il resto è storia recente. Ma dietro tutto questo c'è stato un susseguirsi di investitori e fantomatici tali che hanno provato la scalata alla Roma senza mai riuscirci.

Primi approcci

Nel 2004, il magnate russo Sulejman Kerimov, a capo della società Nafta Moskva, era intenzionato ad acquistare la Roma. Ci furono incontri, due diligence, fino alla firma del contratto poi il nulla. Trattativa interrotta perché secondo gli uomini del magnate russo la presidente Sensi li insultò chiedendo garanzie fidejussorie. Poi vennero riallacciati i contatti, stesso iter, si è all'appuntamento per la firma dei contratti, poi arriva una telefonata. L'affare non si fa. Salta tutto, di nuovo. Stavolta per sempre. Non si sa chi abbia chiamato, si parla di un inserimento di Berlusconi che avrebbe fatto pressioni su Putin per non svendere la Roma in mani straniere, ma non è mai stato confermato nulla. Successivamente, Kerimov acquista l'Anzhi.

Capitolo Soros

Nel 2008 è il turno di George Soros. Dopo una trattativa andata avanti per molto tempo e dopo continui contatti con esponenti della A.S Roma, dopo un'offerta di 238 milioni di euro per rilevare la società, si ritira a causa della controproposta della Presidente Sensi che afferma di aver ricevuto un'offerta migliore da parte di una cordata araba, e sfuma anche la candidatura di George Soros. In futuro si verrà a sapere che Soros era veramente interessato alla Roma e le garanzie erano fondate. Non si seppe nulla al riguardo della fantomatica offerta da parte degli arabi, dei quali non si parlò più.

Il Bluff Fioranelli

Esattamente un'anno dopo è la volta di Vinicio Fioranelli. Nel 2009 l'agente FIFA tenta la scalata alla società capitolina. Prende contatti con la famiglia Sensi, il suo advisor Mediobanca e comincia la scalata per l'acquisizione del pacchetto di maggioranza dell' A.S Roma. Tutto sembra filare liscio quando in Svizzera viene arrestato. Aggiotaggio. Il piano era semplice, rendere credibile l'acquisto tramite la diffusione di notizie false. Facendo credere a tutti di avere disponibilità illimitata, i riceventi delle notizie investivano sul titolo Roma, gli organi finanziari vedendo la fiducia riposta nei loro confronti erano bendisposti a prestare, ove ce ne fosse stato bisogno, denaro. Il segreto mal nascosto fu che Fioranelli e la sua gang non avevano un soldo in tasca.

Giorni nostri

Infine, dopo aver preferito gli americani a Sawiris, il magnate a capo della Wind (che presto si fonderà con 3Italia), l'ultimo nome accostato alla Roma fu quello di Al Qaddumi, lo sceicco di Perugia, anch'egli accusato di aggiotaggio. 

Ora dopo i risultati ottenuti dalla cordata statunitense in vari settori, la fiducia del popolo giallorosso nei loro confronti è massima; si crede ciecamente che questi nuovi nomi siano seri e da rispettare. Come abbiamo pubblicato nel nostro precedente articolo, il socio di minoranza entrerà grazie all'aumento di capitale, e si vocifera che la base da cui partirà sará 50 milioni. Che sia Jianlin o Feng ai tifosi poco importa.

Quello che sta a cuore ai tifosi giallorossi, è la solidità della squadra in campo nazionale e internazionale, e la possibilità di portare nella Capitale grandi campioni. C'è già chi sogna, chi spera almeno in un colpo ad effetto, o chi non si vuole aspettare nulla e osserva gli eventi con distacco. Se il prossimo mercato della Roma sarà faraonico nessuno può dirlo, possiamo solo aspettare.