Come riporta il  Corriere della Sera, l'affare tra Unicredit e Chen Feng rischia di saltare. Proprio come la storia tra i cinesi e l'Inter.

In quel caso non arrivò l'autorizzazione dal governo cinese, e sfumò tutto all'ultimo minuto, dopo aver già firmato i contratti. In questo caso, la querelle che riguarda la Roma non differirebbe più di tanto da quella nerazzurra. Per poter acquistare le quote e subentrare a Unicredit, a Feng serve l'ok del governo cinese. Cosa che al momento sembra tutt'altro che certa.

Anche se stiamo parlando di interessi privati, in Cina lo Stato resta sempre la parte più occulta delle transazioni, vuole essere informato di tutto e deve approvare secondo i suoi criteri. Per riuscire ad ottenere il via libera servono ben tre autorizzazioni, oltre a dover assicurare che una parte del capitale ritorni in Cina. Lo Stato cinese non vuole perdere denaro.andando a finanziare un'impresa estera.

Secondo i ben informati l'interesse di Feng Cheng è concreto, ma il magnate cinese avrebbe chiesto l'intero finanziamento da parte del governo per la sua operazione. In sintesi, quello che successe tra Unicredit e Americani. 

Quindi, almeno all'inizio, Cheng non tirerebbe fuori niente di suo; non è ben chiaro se questo aggirerebbe la richiesta di autorizzazione al Safe, l'autorità valutaria cinese che deve autorizzare gli investimenti all'estero. Con l'Inter il Safe fece saltare l'accordo. La situazione giallorossa è diversa. Siamo solo all'inizio e ci sono stati dei contatti preliminari, le parti si sono incontrate, hanno parlato, ma la trattativa rimane in uno stato embrionale.

Al momento non si registrano passi avanti. E' probabile che in questa fase il lavoro sia più concentrato sull'asse Milano-Boston per placare le ire del presidente Pallotta e convincerlo che l'avanzare del socio di minoranza cinese sia la giusta decisione da prendere.