Non è un momento facile in casa Roma. Dopo l'entusiasmo iniziale, una serie di controprestazioni, condita anche da un pizzico di malasorte. Tanti infortuni, la vittoria che si trasforma da consuetudine in tabù, gli elogi che piano piano lasciano spazio a fischi e polemiche. Roma non è più immersa in un idillio, in un campo dorato, l'Olimpico sbotta e chiede una scossa. La serie di pareggi del recente periodo consente alla Juve di scappare e la sconfitta in Coppa, in casa, contro la Fiorentina, accentua ulteriormente lo stato della crisi. Non c'è più la Roma, soprattutto per demeriti propri. 

In un periodo di contestazione, di pericolosa involuzione, serve una presa di posizione forte. Dopo le parole a difesa della squadra di Garcia, esce allo scoperto Walter Sabatini, il fautore del progetto Roma, l'architetto a cui si devono acquisti e cessioni, trattative e operazioni. Sabatini si schiera a spada tratta con la società, allontana la paura del fallimento e non nasconde l'obiettivo della Roma, vincere. Quest'anno, forse il prossimo, senza aver paura di agguantare il risultato. 

“Non cancelliamo la parola scudetto. Pallotta vuole vincere e se non lo farà quest’anno lo farà l’anno prossimo. Non possiamo imputare tutto quello che succede al preparatore atletico, che si sta comunque confrontando con l’allenatore”.

Si continua con Garcia. Il tecnico francese, elogiato a lungo, è ora sotto la lente d'ingrandimento per un atteggiamento eccessivamento "sfrontato", improntato all'invettiva, alla ricerca della battaglia dialettica, e ascolta le sirene provenienti soprattutto dalla Francia. 

"Garcia ha ricevuto proposte che si possono definire irrinunciabili, ma vuole rimanere alla Roma e vuol vincere con la Roma. In un momento così ci vuole un lavoro straordinario della squadra: il tecnico e i ragazzi troveranno la soluzione per tornare forti. Garcia non se ne andrà da qui finché non avrà vinto lo scudetto".

L'analisi passa poi al mercato. Gennaio vede la Roma protagonista incerta. Via Destro, accontentato, dentro Doumbia e Ibarbo. In difesa tanti tentativi, ma nessun colpo di peso. In chiusura Spolli, dal Catania. “Seydou mi impressionò quando ero a Palermo per la sua voracità in area di rigore; i suoi numeri sono imbarazzanti: ha una media di realizzazioni molto alta. Destro invece non era più felice qui, ma potrebbe tornare e lo accoglieremmo a braccia aperte. Se non lo farà, avremo fondi da investire. Se il Milan non lo riscatterà, Mattia tornerà da noi e io sarò contento perché è un classe '91 molto forte. I soldi spesi ora a gennaio non potevano essere utilizzati per giocatori che costerebbero quanto i ricavi annuali dell'AS Roma".

La mente torna alla gara col Bayern. La Roma, fino a quel momento macchina perfetta, sicura, spettacolare, sbatte. Gioco, corsa, gol, carattere poi una batosta che resta nella testa anche diversi mesi dopo. Un pugno fortissimo alle certezze di un gruppo. Ora bisogna ritrovare quella autorevolezza smarrita, scacciare incubi e ansie "La prima partita contro il Bayern in casa ci ha dato disagio: per dei piccoli episodi qualcosina nella squadra si è perso. Dobbiamo ritrovare la stima generale per poter tornare sui nostri passi e per essere la Roma che tremare il mondo fa".

"Ci tuffiamo subito nell'idea di poter vincere l'Europa League", ottimismo, quello che serve alla Roma, quello che professa Sabatini.