Stringere il cerchio, chiudere la porta a possibili spifferi negativi, ritrovare l'armonia, insieme. Garcia prova a risvegliare la Roma, in un giorno di festa. Ieri il compleanno del tecnico, l'occasione per strappare un sorriso e ripartire, dimenticando il recente periodo. La carenza di vittorie costa in termini di sicurezza e consapevolezza, la squadra paga a caro prezzo un eccesso di autostima e l'unica via per fermare la deriva è insita nel concetto di gruppo.

"Dobbiamo rimanere uniti", non a caso il tecnico forza su questo tasto, la Roma, travolta dalla tempesta in campionato, bloccata in Coppa, vede gli obiettivi sfumare all'orizzonte, ma, come sostiene il transalpino, per i numeri la squadra è in corsa ovunque. Tra qualche giorno, con il Feyenoord una vittoria per gli ottavi d'Europa League, con il Verona, nel week-end, tre punti per respingere il Napoli e mantenere il disavanzo dalla Juve inalterato. 

Poi lo scontro diretto, da tempo cerchiato in rosso in casa giallorossa. La partita con il Bayern segna ad oggi il punto di non ritorno, la metamorfosi fisico-tecnica, quella con la Juve, in programma nel prossimo turno, è l'ennesimo spartiacque da non sbagliare. Tornare a meno quattro per riaccendere entusiasmo e passione. 

Tutto passa però dalla sfida con gli uomini di Mandorlini, un incontro chiave, logico quindi pensare a un Garcia attento a proporre un undici adeguato. Doumbia soffre per problemi alla schiena ed è destinato alla panchina. Dopo l'esordio con i fischi, l'erroraccio in Coppa, la sensazione è di una condizione al momento non accettabile. Il balottaggio è tra Totti e Verde, confermati Ljajic e Gervinho. In mezzo, pronto il ritorno di Keita, mentre in difesa Astori punta a una maglia da titolare. Torosidis o Florenzi sull'esterno.