La quiete dopo la tempesta? Beh, a Roma, soprattutto Garcia se lo auspica, ma la situazione è tutt'altro che prossima a veder sorgere il sereno. Anzi, tutt'altro.

Dopo la sconfitta di lunedì contro la Sampdoria, la Roma si ripresenta all’Olimpico per il ritorno degli ottavi di Europa League, dovre affronterà la Fiorentina di Montella reduce dalla vittoria di rimonta contro il Milan. Il pareggio dell’andata per 1-1 contro la Fiorentina lascia buone speranze alla squadra di Garcia, che potrebbe sfruttare un'eventuale qualificazione ai Quarti di Europa League come buon viatico per riprendere il cammino per riportare "la Chiesa al centro del villaggio".

Intervenuto quest'oggi in conferenza stampa alla vigilia del match, il francese ha così presentato la sfida: “Con le dichiarazioni dopo la partita con la Sampdoria volevo rassicurare e tranquillizzare questa piazza. Non sarò mai un peso perché ho imparato a innamorarmi di questa squadra. Il giorno che sentirò di non essere utile al club mi farò da parte. Finché i giocatori mi seguiranno devo assecondare il mio sogno di vincere qui, perché sono venuto per questo. Devo vincere qui dopo aver sognato di farlo. In questa piazza che forse è la più difficile del mondo. Credo sia ancora possibile vincere, ne ho parlato e sono inflessibile su questo. Poi a fine stagione faremo i conti. Le cose che si dicono nello spogliatoio rimangono nello staff. Gervinho e Iturbe? Se parliamo del campionato loro devono segnare di più. In Europa invece loro hanno segnato parecchio, ma sono stati anche fuori, Iturbe per infortunio. Ci sono altri giocatori in attacco ma parliamo dello stesso Gervinho che prima faceva alzare in piedi l’Olimpico. Deve soltanto riprendersi. Iturbe è arrivato da noi e ha dovuto imparare il nostro gioco. E’ stato infortunato e se non è al 100% non può esprimere le sue qualità. Ho totale fiducia in questi due giocatori, così come in tutti gli altri".

L'allenatore ha successivamente analizzato il problema ambiente, che sta forse condizionando allenamenti e prestazioni della squadra. Certo non rappresenta un alibi, nè per la squadra, tantomeno per l'allenatore, che ribatte: “Quando le cose andavano bene, ad inizio stagione, non sono mai caduto nell’euforia e nemmeno nel pessimismo. Sono sempre misurato e abbastanza tranquillo e sereno. Dopo la pioggia viene il sole, dobbiamo farlo risalire noi. Lasciate i giocatori tranquilli che loro danno tutto sul campo. Io mi prendo tutta la colpa. Faremo i conti a fine stagione, ora sembra che lottiamo per la salvezza. Abbiamo voglia di superare il turno e andare ai quarti di finale di Europa League. E’ l’unica motivazione che abbiamo domani. Vogliamo vincere. Non c’è niente da fare che concertarsi su questa gara. In queste ultime settimane abbiamo usato almeno tre moduli di gioco. Non penso faccia differenza. Cambia se la palla entra o non entra. Sulla gara contro la Sampdoria penso che abbiamo pareggiato partite giocando molto meno bene. Un primo tempo buono che ci ha portato ad avere tante occasioni, con la palla che non voleva entrare. Ma penso che usciremo da questo momento solo appoggiandoci sul gioco. Conteranno anche il carattere e l’orgoglio ma giocatori e tifosi devono avere fiducia. Non mi arrendo al primo momento di difficoltà. Ce ne saranno altri in futuro ma non più in questa stagione, visto che già ne abbiamo avuti abbastanza.”

Assieme a Garcia, ha parlato anche Keita, che resta nel cuore dei tifosi giallorosi nonostante l'espulsione di lunedì e da vero leader, dentro e fuori dal campo, ci mette la faccia in conferenza: "Questo è il momento più duro della stagione, ma domani abbiamo la possibilità di centrare la qualificazione- dice il centrocampista maliano nella conferenza stampa della vigilia - Dobbiamo rialzare la testa, i campioni nelle difficoltà non demordono mai. La gente è arrabbiata perché non stiamo rispettando le attese. Ma domani devono essere dalla nostra parte, sostenerci sempre. Avremo bisogno di loro. La Roma è i suoi tifosi, non Keita che domani potrebbe essere da un'altra parte. I tifosi ci sono sempre. Calo? Il calcio è come la vita ci sono momenti positivi e negativi. Prima ci andava tutto bene, ora la palla non vuole entrare. L'unica cosa da fare è continuare a lavorare con serietà, soltanto così possiamo modificare questa situazione. Critiche? Le critiche ci stanno, sono normali quando le cose vanno male. E noi dobbiamo accettarle. Anche se sappiamo che non dobbiamo dare troppo peso a quello che scrive la stampa, i cui giudizi sono destinati a cambiare col ritorno alla vittoria".