Tutto inizia a settembre, da quella maledetta statistica premonitrice. "La Roma, al secondo anno, non riesce mai a migliorare la posizione in classifica". Tradotto, la Roma 2014/15 difficilmente vincerà il campionato. La serenità di allenamenti e partite, che spesso sono diventate vittorie, sembra svanire. Basta poi poco per entrare in un tunnel pericoloso, dove mancano certezze e di conseguenza punti.

La piazza che aveva esaltato Garcia nel primo anno da ottavo re di Roma, adesso lo critica, sbattendolo spalle al muro. La realtà è che alcuni segnali hanno sbriciolato una stagione iniziata così così (con alcune rimonte e qualche episodio a favore) e destinata a finire male.

L'1 - 7 subito contro il Bayern Monaco ad esempio, con la successiva eliminazione dalla Champions; gli infortuni che hanno fermato alcuni giocatori chiave; il calo di Gervinho e Totti. Aggiungiamo un ambiente che non conosce mezze misure: eroe o pagliaccio, a te la scelta.

Si criticano società e presidente, nonostante un mercato discreto e una rosa a disposizione di grande qualità. Da evoluzione a involuzione per tante piccole magagne sportive ed extra sportive. La carriera dello stesso Garcia ha conosciuto luci e ombre, ma senza fiducia ogni progetto resta sul tavolino.

La realtà potrebbe essere più amara del previsto, peggio ancora le conclusioni. La Roma ha già fatto vedere le cose migliori e in questo momento la Juventus rimane più compatta e quindi più pronta al titolo. Per nuove imprese serve un'altra marcia, un nuovo progetto, ricordando che Roma non fu costruita in un giorno.

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