Qualità, corsa, fiducia. La Roma si riscopre Roma in Spagna. Dopo la scoppola catalana, alla corte di Messi, riscatto a Valencia. Al Mestalla, tre reti e una ritrovata vivacità offensiva. La fase d'attacco della squadra di Garcia è spettacolare. In una serata d'agosto, in cui l'azione è per forza di cose compassata, Totti ha il tempo per la giocata e in un contesto di assoluta quiete dipinge da artista ineguagliabile. Il capitano è in ogni azione dell'undici ospite, illumina Gervinho in occasione della prima rete (carambola sui legni e tocco comodo di un lesto Salah), conclude con sicurezza per il raddoppio, invita ancora Gervinho per il 3-1 della ripresa.

La batteria davanti spegne le sirene difensive. Dietro la Roma è in rodaggio e qualche preoccupazione emerge in vista del debutto. Castan è un'incognita, Romagnoli siede in disparte - cessione imminente - Yanga Mbiwa cade in disattenzioni puerili, come quella che lancia Feghouli al cospetto di Szczesny e riapre la partita.

In una serata di festa, un piccolo intoppo che non cancella le buone cose dispensate nei 90 minuti di gioco . In attesa di Dzeko, la Roma mostra la sua veste migliore, e il campo certifica la bontà dell'operato al tavolo del mercato. L'aggiunta di Salah innalza, in modo esponenziale, la pericolosità della squadra giallorossa, ma quel che piace è l'atteggiamento generale. La Roma di Valencia è un fluire continuo di gioco e idee, è un urugano di tecnica e velocità. Garcia si gode il notevole passo avanti dei suoi, è calcio d'estate, ma qualcosa conta.

Garcia: "Avremmo potuto fare meglio alcune cose, sul gol del Valencia abbiamo perso malamente il pallone e a volte cerchiamo giocate da evitare, come i tunnel nei nostri 20 metri difensivi o i pallonetti a centrocampo. Bene, invece, l'atteggiamento da protagonisti che abbiamo mostrato. A Barcellona abbiamo difeso, qui siamo entrati in campo per tener palla e attaccare, contro un club da Champions League. Pressing alto e difesa che inizia davanti, come piace a me. Gervinho? E' sempre lo stesso, non è mai cambiato. In porta, invece, avrebbe dovuto esserci De Sanctics, ma non era al 100%. Szczesny sa giocare bene coi piedi, ma non ho deciso chi andrà tra i pali a Verona, all'esordio in campionato. Dzeko e la convivenza con Totti? Nessun problema, Edin sa giocare per la squadra, meglio avere due campioni che uno solo".