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Roma, il mercato estivo tre mesi dopo

Da Szczesny a Rudiger, gli acquisti estivi valutati dopo il primo terzo di stagione si ridimensionano notevolmente.

Roma, il mercato estivo tre mesi dopo
Roma, il mercato estivo tre mesi dopo
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Di Giorgio Dusi

Quando si è chiuso il mercato estivo, la Roma sembrava la squadra nettamente più forte, quella che si presentava ai nastri di partenza della stagione con qualcosa in più di tutte le altre. Oggi, dopo 14 giornate, quel qualcosa in più ancora non è uscito, anzi è apparso il "qualcosa in meno" rispetto allo scorso anno, per vari motivi. Lampante è comunque come i trascinatori di questa squadra siano sempre gli stessi, i vari Pjanic, Nainggolan, Gervinho, Manolas e Florenzi. E i nuovi acquisti? Passo per passo, cerchiamo di analizzarli, cercando pregi, difetti, aspetti positivi e soprattutto negativi.

Szczesny, una sicurezza? - Già il fatto che si sia fatto soffiare il posto da un portiere discreto come Ospina all'Arsenal (buono, ma non certamente fenomenale) dice molto del polacco. Uno che tra i pali è una sicurezza, ma appena fa un passo fuori dalla linea, compreso quando si trova davanti ai microfoni, di uscite a vuoto ne fa. "E' stato bello guardarli, sono di un altro pianeta" ha detto dopo la sconfitta di Barcellona. Siamo tutti d'accordo, ma detto da chi contro quei marziani ha preso 6 gol non suona proprio bene. Per non parlare dell'episodio della sigaretta, che si è ripetuto dopo la disfatta coi blaugrana: era già successo anche a inizio anno, seguente alla sconfitta dell'Arsenal sul campo del Southampton. E non dimentichiamo "se l'Arsenal mi richiama dico sì, è la mia famiglia", e detta da un titolare il primo novembre non fa molto piacere a tecnico, tifosi, ambiente, compagni e dirigenza...

L'enigma Rudiger - Quando in estate i giallorossi hanno chiuso per il centrale tedesco, l'aria intorno all'acquisto era ottima, a ragione, perchè Rudiger aveva mostrato grandi doti e ancora più potenziale, giocando in una squadra di medio-bassa classifica e guadagnandosi anche qualche convocazione in Nazionale da parte di Low. Sul potenziale non ci sono dubbi, sulla gestione sì. Prenderlo per fare l'alternativa a una coppia centrale solida ha senso, lanciarlo subito in maniera scriteriata è un po' troppo, e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Garcia non si fida totalmente di Castan, spesso rinuncia al Brasiliano per lanciare Rudiger, scelta che per ora non paga dividendi. E il quarto centrale, Gyomber, sta a guardare. Il povero Manolas non può far tutto da solo. Un altro difensore di alto livello ci voleva.

La gestione dei terzini - Dall'anno scorso Maicon e Torosidis sono in netto calo, non sono più quelli brillanti, veloci e attenti, anche perchè gli anni avanzano. Si è detto per tutta l'estate che Sabatini volesse comprare due terzini, e effettivamente li ha comprati. Uno è senza dubbio un buon giocatore (Digne), anche se ancora da crescere per evitare errori come quello che ha permesso a Gomez di segnare lo 0-1 dell'Atalanta domenica, l'altro è una giovane meteora passato anche da Palermo senza lasciare il segno (Emerson). E così, non essendo arrivato qualcuno di alto livello a a destra, ci sta pensando il buon Florenzi a tenere in piedi la baracca, giocando ormai stabilmente terzino destro, sacrificandosi ma riuscendo a garantire spinta, qualità e copertura.

Dov'è Salih Ucan? - Il turco è a Roma dall'estate 2014, è stato pagato 5 milioni per il prestito biennale (che scadrà il 30 giugno 2016), ma i giallorossi possono esercitare un diritto di riscatto di 11 milioni. In un anno e mezzo ha messo insieme 218 minuti in 8 presenze, giocando solo scampoli di gara e non riuscendo mai ad avere tempo e spazio per imporsi. Il suo talento è cristallino, nei due anni al Fenerbahce tutta la Turchia era ammaliata dalle sue giocate. L'età gli sorride, essendo un classe 1994: a Gennaio saranno 22. Ma uno con le sue qualità meritava più spazio di un Vainqueur, preso per giocare a centrocampo nelle situazioni di emergenza. C'era bisogno di questa spesa avendo in casa un talento come Ucan?

Il vero Dzeko non è questo - Un gol ogni 238 minuti, 5 realizzazioni in 16 presenze, di cui 3 su rigore e mai uno decisivo. Basterebbe solo questo per analizzare la stagione del bosniaco fino a questo momento. Dzeko non sta facendo quello che gli si chiedeva, ovvero essere una punta che giocasse con la squadra, ma soprattutto che portasse un apporto in termini di marcature che per ora sta mancando. Che sia inadatto al gioco della Roma è probabile, ma dopo il fallimento della punta veloce (Doumbia) era legittimo fare un tentativo con il bosniaco. Che deve assolutamente svegliarsi, per non diventare in breve tempo un bust.

Iago e Salah, i mezzi sorrisi - La vicenda che ha portato Salah a Roma è stata una telenovela andata avanti per un mese. Alla fine l'egiziano è una delle poche note positive, ma una squadra da scudetto non può affidarsi solamente a lui, il cui rendimento è comunque influenzato da quello della squadra. Per quanto riguarda Iago Falqué, il talento del ragazzo è tanto, forse è sbagliato pretendere tutto subito da lui. L'errore forse sta nel preferirgli un Iturbe che continua a non convincere, e forse quel prestito al Genoa non sarebbe stata una cattiva idea per rilanciarsi.