“Che dire? Presentiamo un signore che si presenta da solo. C’è una sua frase mitica che dice: “Le finali di Champions non si giocano, si vincono. Sono orgoglioso di averlo qui alla Samp, gli ho fatto una corte spietata ed ha accettato. Sono venuto qui sette mesi fa, avevo la maglia numero dieci, ora ho la 101, perché questa è la carica dei 101. Ringrazio la città di Genova, sono contento di esportare Genova, città meravigliosa, ma poco rispettata nel calcio. Oggi ci devono rispettare molto tutti quanti, non c’è solo Juve, Roma, Inter, le solte note, c’è la Sampdoria, che non teme nessuno. Vogliamo rispetto perché portiamo rispetto”. Testo e parole di Massimo Ferrero, che lasciano pochi, pochissimi dubbi (qualora ce ne fossero) sulla qualità della persona e del giocatore che sta per presentare. Presentare un giocatore come Samuel Eto'o davvero non ce ne sarebbe il bisogno, ma quest'oggi la curiosità era sentire le parole di un plurititolato che ha accettato la sfida di una piazza che da tempo desiderava tornare a vivere campioni del genere. Ed Eto'o non è stato da meno nelle sue parole, di rito d'amore, ma mai banali: “La prima volta in cui l’ho visto è successo a Londra, non credevo fosse lui il presidente. Scherzava tanto… ma mi ha fatto capire i suoi sogni. Spero che il nostro sogno ci porti il più lontano possibile”. Poi, un ricordo sul suo passato da calciatore contro la Sampdoria“Ero già venuto qui con l’Inter, ho segnato contro la Samp sia a San Siro sia a Marassi, ma ora è un’altra storia. La Sampdoria non era costruita per il terzo posto, ma siamo lì e ci proviamo sino all'ultimo”.

AMARCORD - “Quando sono venuto qui quattro anni fa all’Inter era un momento in cui tanti italiani andavano via, ieri come allora si parlava di crisi, non ci sono grandi disponibilità economiche, ma il calcio rimane quello sul campo, dentro uno stadio. Io spero che la Samp vincerà tutto e non si parlerà più di crisi”. Eto'o oltre ad essere un grande giocatore, è anche una grande persona, che difficilmente dimentica. E come dimenticare un uomo come Moratti"Vorrei parlare di un papà. Bisognerebbe cercare sul vocabolario la definizione più bella per descrivere il concetto di papà. Ho avuto la fortuna di conoscere questo grande uomo, con cui sono rimasto in contatto, e che spero di rivedere quando andrò a trovare la famiglia a Milano".

Che presentazione sarebbe senza il colpo d'effetto finale del Presidente Ferrero? "Ho speso un trentino (inteso come soldi, n.d.r.)”, prima di aggiungere: "Alto Adige…". "Siamo passati da 'Ben Hur', come titolo del film che avevo scelto a inizio stagione, alla 'Carica dei 101'. Noi creiamo sogni, che sono il sale della vita…".