Uno dei pezzi pregiati di casa Sampdoria è sicuramente Roberto Soriano, centrocampista che in questi giorni è stato accostato, assieme al suo allenatore Mihajlovic al Napoli. Il centrocampista italo-tedesco doriano, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, durante la quale ha parlato delle sue origini partenopee (di Avellino), dei suoi precedenti e della sua esperienza alla Sampdoria. Ecco quanto emerso dalla sua intervista. 

"Le mie origini? Sperone, in provincia di Avellino, è casa mia. Papà e mamma sono partiti da lì, e non importa se io sono nato a Darmstadt, in Germania. In casa, da bambini, si parlava napoletano. Appena ho un paio di giorni liberi, torno là, dai miei nonni. Quante chiamate in questi giorni: amici e parenti vogliono essere tutti al San Paolo".

Visti i suoi precedenti nel Bayern Monaco, il centrocampista doriano ha parlato anche dell'impresa degli uomini di Guardiola, che hanno ribaltato la sconfitta dell'andata contro il Porto: "Se pensavo che potessero ribaltare il risultato con il Porto? I compagni della Samp mi avevano chiesto una previsione. 'Se fanno gol subito, non si fermano più', ho risposto. E così è successo. Ho fatto tre anni nel loro settore giovanile: semplicemente fantastici. Ora, poi, la Bundesliga in generale è molto cresciuta, le squadre tedesche lo stanno dimostrando in campo europeo. Ma non mi pento di essere venuto in Italia. Volevo la Serie A, e sono contento così".

Si passa ai giorni d'oggi, alla sua esperienza alla Sampdoria ed al rapporto con Sinisa Mihajlovic: "Gli devo molto, è innegabile. Mi ha ridato la fiducia, la voglia di mettermi in gioco e di dimostrare qualcosa sul campo. Prima del suo arrivo, non prendevo mai l’iniziativa. Nel 2009, quando sono arrivato qui, ho fatto una stagione con la Primavera e poi sono passato in prestito ad Empoli. Al mio ritorno alla Sampdoria, mi è mancata la continuità. Poi, la situazione s’è ribaltata dopo il suo ritorno a Genova. Da un anno e mezzo ad oggi è cambiato tutto. Ho completato la mia maturazione sul piano tattico, perché lo staff del mister è molto preparato. Al resto ci ha pensato lui. Vuole che i singoli si prendano delle responsabilità, che negli ultimi venti-trenta metri ciascuno decida cosa fare in piena autonomia. Ma non date retta a Cassano: non sono io il miglior talento italiano".



Infine, un parere sulla stagione della Sampdoria, che da qui al termine della stagione potrà regalare ancora molte soddisfazioni oltre quelle che i blucerchiati si son già tolte: "Noi sappiamo quanto valga la Samp, anche se essendo ancora una squadra abbastanza giovane deve andare avanti facendo un passo alla volta. Nessun calcolo, si vive domenica dopo domenica, fra sette partite tireremo le somme. Dico solo che se andiamo al cento per cento, ce la giochiamo con chiunque. Non solo: a questo punto, sarebbe stupido non puntare all’Europa più prestigiosa. Nessuno, ad inizio stagione, ci avrebbe pronosticati quassù a fine aprile, ma ora che ci siamo... Soltanto pensarci, è meraviglioso".

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