La Sampdoria archivia anche l'ultima pratica del ritiro pre estivo battendo per 3-0 il Kalloni. La vittoria segna la fine della prima parte di prestagione, che porterà la squadra blucerchiata alla gara di Europa League contro il Vojvodina di giovedì prossimo. I doriani di Zenga ritrovano, dopo l'infortunio, un Eder in grandissimo spolvero, pronto a trascinare la doria verso i gironi della competizione europea. Il pomeriggio di Pinzolo ha dato anche altre numerose indicazioni, soprattutto per quanto riguarda i temi tattici, ma ciò che interessava i tifosi doriani era la presenza di Ferrero, che ha parlato al termine della gara analizzando la partita ma non solo. 

"La Sampdoria è una grande squadra, sono dei ragazzi bravi, motivati e sta venendo fuori un bel gruppo e ne sono lieto". Queste le prime parole del patron doriano, che sapeva bene che la domanda immediatamente successiva avrebbe riguardato la querelle con Zenga per l'ingaggi di Antonio Cassano, anche se il presidente stempera la tensione, dribblando, quanto possibile, l'argomento. 

Inevitabile l'ouverture con una battuta, che serve a stemperare l'atmosfera. Le parole di Ferrero chiudono, parzialmente, il ritorno di FantAntonio, ma sembrano sempre lasciare uno spiraglio per la trattativa quando dice che deciderà lui in prima persona gli acquisti: "Ho trovato un ambiente molto sereno, le turbolenze le fanno i meteorologi, qui non ci sono problemi. È chiaro che l’ultima parola è mia, io sono il proprietario, il presidente, e qualsiasi calciatore prendo, o il mio staff decide di prendere, sono calciatori giusti per il progetto Samp, che Zenga è ben felice di avere. Lo dico per l’ultima volta, basta con questa “tarantella” di Cassano, pensiamo a giocare la partita del 30, il mercato chiude a settembre. Cassano non verrà alla Samp perché i remake non mi piacciono. Se Cassano dev’essere una nota di disturbo per i ragazzi che si stanno allenando e stanno lavorando bene, e l’allenatore si innervosisce, basta, non me ne può fregare di meno".

Parole che sanno di chiusura, pressocché definitiva. Fererro mette l'attenzione sul valore dello spogliatoio, unico ed intoccabile organo all'interno della società doriana: "Non mi toccate lo spogliatoio, i calciatori devono fare i calciatori, l’allenatore deve fare l’allenatore, e il presidente deve fare il presidente, sono venuto qui a congratularmi e a portare una parola di sostegno e affetto ai miei ragazzi. Qui non c’è Cassano che ci può disturbare, e se ci fosse qualcuno che vuole dar fastidio o portare turbolenze, lo manderò a quel paese…".

La chiusura è degna del Ferrero istrionico, che si libera di tutti i freni e cerca di guardare con fiducia e passione al futuro: "Sono orgoglioso. L’anno scorso sono stato un presidente spettatore, ho guardato, ho cercato di imparare qualcosa e ho visto dove la Samp aveva delle carenze. Ho cercato di portare degli elementi al posto giusto, perché Massimo Ferrero è venuto alla Sampdoria perché vuole vincere. Adesso arriveranno altri due giocatori… In quali ruoli? Una punta importante e un centrale che già è stato nominato. Voglio dare all’allenatore e ai sampdoriani una squadra competitiva. Quest’anno tutti staranno ad aspettare Massimo Ferrero e la Sampdoria, però non avranno il nostro scalpo, perché faremo meglio dell’anno scorso".

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