In un Friuli baciato dal sole, dopo una grigia mattinata di pioggia, poco amichevole, l'Udinese accoglie la Lazio e cade in casa. La squadra di Pioli, reduce da due sconfitte consecutive, passa grazie al terzo rigore segnato da Candreva in Serie A, mentre la squadra di Stramaccioni combatte con idee confuse e si spegne in tante occasioni perse. Si inizia con le migliori speranze per i bianconeri che nel proprio stadio hanno costruito un piccolo fortino. Avevano, anzi, perché i laziali riescono con il minimo sforzo a scardinare il club di Pozzo, arrivato da un rigore contestatissimo dagli ospitanti. Uno spettacolo che ha poco di immancabile.

Il tecnico ex Inter si affida al suo solito 3-5-2, ereditato da Guidolin, ma che dovrebbe essere rivisto il più presto. Perché Totò e Thereau corrono, si impegnano, fanno l'impossibile ma da dietro si sente solo la voce di Badu. Pioli invece adotta un 4-3-3 con Klose punta centrale, non proprio il protagonista quest'oggi, e Candreva e Felipe Andrerson esterni. Niente di nuovo sotto il sole, insomma.

Si comincia con l'Udinese pericolosa in avanti con una punizione al 3', deviata in corner da un attento Berisha. Dieci minuti dopo sono le aquile a fare paura e al 21' ecco la svolta: Massa fischia il rigore della discordia per i biancocelesti, con Wague che tocca leggermente Klose e viene ammonito. Rigore alquanto discutibile che fa infuriare i bianconeri. L'ex Candreva insacca con il cucchiaio, mentre Strama ancora protesta. La reazione dei friulani non è veemente, e sta tutta nell'unico acuto di Di Natale al 35' con un pallonetto che non va da nessuna parte. L'arbitro manda tutti a riposo senza recupero.

Il secondo tempo è all'insegna della buona volontà dei bianconeri, ma la concretezza sfugge e rimane solo un'idea. La Lazio invece tuona al 52' con la doppia occasione fallita da Candreva e Felipe Anderson, mentre sei minuti dopo è il numero 10 napoletano a fallire un'ottima occasione: si allarga troppo e calcia debolmente, con Berisha che blocca in tuffo. Udinese propositiva però in avanti, con l'inserimento del giovane attaccante Evangelista, che prende il posto di uno spento Gabriel Silva, ma le punizioni del capitano Totò non fruttano nulla. Al 65' Badu tenta l'incornata dal mucchio, ma esce. Bruno Fernandes in ombra e allora ecco entrare Guhilerme, con la pressione continua dei padroni di casa. La Lazio comunque c'è ma svirgola e scivola anche lei, come al 70' dove Klose sciupa l'ottimo assist di Basta sotto porta. I reparti sono larghi da entrambe le parti, riempite dalle poche idee bianconere. Il finale non racconta molto di più: il giro-palla nervoso dell'Udinese si spegne negli errori dell'attacco, in una lenta agonia che continua anche nei 4 minuti di recupero concessi da Massa.

Strama si era detto sereno ieri nelle interviste, diversamente lo sarà sicuramente ora dato che pure il Friuli è stato violato. Pioli invece esulta, senza particolare merito però perché la partita ha visto ben poco calcio e più corsa. Adesso a Udine bisognerà seriamente sedersi a un tavolo e decidere che fare: la pazienza dei Pozzo non è famosa per la sua costanza.