Il calcio è uno sport di squadra, è vero, ma spesso e volentieri nella mente di tifosi e appassionati rimangono in mente nomi ben precisi. Tantissimi bambini non correrebbero dietro un pallone, infatti, se nella loro testa non cercassero di emulare i vari Pelè, Maradona, Messi o Ronaldo, solo per dire alcuni.

E anche a livello locale le “stelle” non mancano, anche se la caratura magari è un pò inferiore a quella dei protagonisti internazionali del pallone: ad esempio Denis Godeas, nome che nonostante la sua età conserva ancora un certo fascino tra gli amanti del calcio friulano. Perché proprio nel profondo nordest questo bomber nacque e crebbe.

Siamo nel 1975: a Cormons, a pochi chilometri da Gorizia, nacque l'attaccante destinato a essere una delle bandiere dell'Unione Triestina. Dopo un periodo nelle giovanili del Donatello, scuola calcio storica di Udine, nel 1992 Godeas arrivò a quelle del club giuliano, che credette fin da subito nel suo talento, tanto da farlo esordire ancora diciasettenne nell'allora serie C1, dove militava la prima squadra.

Quell'anno scese in campo cinque volte, segnando anche una rete, ma nella società che fu di Nereo Rocco rimarrà soltanto due anni: nel '94, infatti, a causa del suo fallimento (uno dei tanti), l'attaccante dovette cercarsi un'altra maglia.

E arrivò l'offerta dell'avversario per eccellenza della Triestina: l'Udinese, che nel 1994/95 partecipava alla sua ultima edizione della Serie B. Quell'anno fu promossa in A, infatti, ma nella stagione trionfale il cormonese ebbe poco spazio.

Godeas giocò solo una volta, però, optando così per l'anno successivo di andare in prestito: inizierà un vero e proprio “giro d'Italia” attraverso sette squadre diverse, inclusa una parentesi alla rinata Triestina, che finirà solo nel 2000 con l'arrivo a titolo definitivo a Messina in C1.

In questi cinque anni, l'attaccante passa continuamente dalla C2 alla B, passando perfino per l'Olanda con il De Graafschap, mantendendo però un ritmo altalenante con i gol.

A questo punto sembrava che il friulano fosse destinato a rimanere un giocatore da categoria cadetta, ma il Como nel 2002 lo compra e lo porta in A, dopo una stagione in Sicilia contraddistinta da 15 marcature in 37 gare e promozione in B.

Ma nonostante in Lombardia arrivi anche la prima rete nella massima serie, nel 2003 ricade nell'oblio dei prestiti e prestitini, finendo in Puglia al Bari.

Quando, a quasi 30 anni, ritorna nella “sua” Trieste, sembra l'epilogo di una carriera non del tutto compiuta. Ma ecco che, nel 2006, il Palermo lo paga 1,1 milioni di euro: per lui più spazio in Coppa Uefa che campionato, tanto che sarà lui a permettere ai suoi di approdare ai quarti di finale, segnando l'1-0 decisivo contro lo Slavia Praga. Alla fine collezionerà 15 presenze e 3 gol in campionato.

Dopo le esperienze a Verona con il Chievo di Del Neri e a Mantova, ecco che nel 2009 rivede l'estremo punto italiano a nordest per la quarta volta: in rossoalabardato giocherà 100 partite in Lega Pro in quattro anni, siglando 27 reti.

Ma nuovi guai fiscali per i triestini portano il bomber a lasciare casa: arriva al Venezia, sempre tra i Pro, e poi al Marano l'anno dopo. Quì, però, a causa di screzi con la dirigenza cambia tutto in pochi giorni ed eccolo che, nel 2013, giocherà in Serie D con i colori di una vita: il rosso dell'Unione.

L'ultima società, almeno fin'ora, con cui Godeas siè tesserato è l'Unione Fincantieri di Monfalcone, che nel 2014 contribuì al passaggio da Eccellenza a Serie D, dove adesso milita. E fin'ora i numeri di questo giocatore sono di tutto rispetto: oltre 700 presenze tra campionati e coppe, con all'attivo più di 250 gol segnati. Roba che non si vede tutti i giorni.

Oggi, a 40 anni e 23 di carriera, Denis Godeas è sicuramente il calciatore friulano più rappresentativo in carriera. Residente per lunghi anni a Medea, in provincia di Gorizia, è stato un campione che nonostante i mille viaggi ha sempre mantenuto un legame con la propria terra, la quale invece non sempre l'ha valorizzato come avrebbe dovuto: l'Udinese, ad esempio, avrebbe dovuto puntare ben di più su questo centravanti, preferendo però investire su nomi stranieri con lo scouting.

Mentre la domanda su che squadra sarebbe stata se la coppia d'attacco fosse stata Di Natale-Godeas, adesso l'esempio di questo campione che non vuole andare in pensione mette tutti di fronte a una domanda: in Friuli c'è già un suo sostituto? Problema che forse il club dei Pozzo dovrebbe risolvere, giusto per ridare un po' di friulanità (o quantomeno di italianità) a una squadra sempre più internazionale ma poco competitiva.