No, oggi non è il 25 di dicembre, bensì il 13 ottobre 2015, giorno in cui uno tra i più grandi bomber del calcio italiano compie gli anni, Antonio Di Natale.

Intervistato dalla Gazzetta, Totò, oltre a parlare di Udinese, svela anche qualche retroscena che riguarda la sfera personale. A cominciare da come passerà il compleanno: "Con parenti, amici ed un paio di miei compagni di squadra, Pasquale e Ciccio Lodi. Quest'ultimo l'ho cresciuto a Empoli, faceva il raccattapalle. Spero possa darci una mano importante, ha una qualità incredibile

Il motivo per cui l'Udinese fa fatica? "Perchè deve salvarsi, come ogni anno. Purtroppo ci mancano i punti di Palermo e Empoli ma Colantuono sta facendo un gran lavoro. Mi ricorda Spalletti". Con l'infortunio di Zapata in attacco rimangono solo quattro attaccanti e per Totò ci saranno gli straordinari: "Io ora sto bene, all'inizio fatico sempre un po', ma lavoro bene di testa ed il fisoco regge. Siamo in quattro, di cui due giovani, se servirà un'altro attaccante dovrà deciderlo la società. Io e Thereau l'anno scorso ne abbiamo fatti 24".

Ad inizio campionato non sono mancate le critiche e già dopo la partita al Friuli contro il Milan lo davano per finito: "Da quattro anni scrivete che sono finito, poi vi stupisco. Porta fortuna. Il mio obiettivo è raggiungere almeno i dieci gol, anche se finora ne ho fatto solo uno, penso di potercela fare, ma quello che mi preme di più è salvare l'Udinese".

In campo ha spesso gesti di insofferenza e di stizza verso i campagni, ultimamente in modo particolare con Fernandes: "Perchè non ci sto a perdere, mancano punti e mi vien paura. Fernandes mi fa arrabbiare perchè è quello con maggiore qualità, è giovane e con due piedi incredibili, ma a volte sembra accontentarsi".

Un giudizio sugli attaccanti della nazionale: "Balotelli contro di noi è stato impressionante, ma come dice giustamente Conte non bastano due partite. Tra quelli più esperti avrei piacere andasse in Francia Quagliarella, se lo merita ". Infine due parole sul settore giovanile: "Se in nazionale gioca Eder che è brasiliano e Pellè che è esploso giocando all'estero, significa che la colpa è nostra. Non lavoriamo bene nei settori giovanili". Mentre la sua scuola calcio, Donatello, funziona benissimo: "Scuffet, Meret, Crisetig, Donati ed ora c'è un giovane sloveno, Kevin Bric del 2001, figlio del tecnico che lavora li proprio dal 2001. A me sembra fortissimo, credo che tra un po' lo vedremo in una big". Ma questo è veramente l'ultimo anno? "Deciderò dopo aver mangiato il panettone, mio figlio è in seconda media a Udine, è probabile che finisca anche la terza. Comunque nel calcio rimarrò sicuramente, calciatore, allenatore o dirigente".

Nel mirino di Totò, ci sono, ad appena otto reti, niente meno che Altafini e Meazza. Riuscirà a raggiungerli?

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