Tra passato, presente e futuro. Napoli-Udinese di domani rievoca bei ricordi nella mente di Duvan Zapata, attaccante colombiano passato alla squadra friulana in estate nell'ambito del trasferimento di Allan in maglia azzurra. Il centravanti che nella passata stagione alle dipendenze di Benitez, al primo anno in Campania, ha messo a segno 11 reti, aveva iniziato bene la sua avventura con i bianconeri, salvo infortunarsi al retto femorale in occasione della trasferta di Bologna.

"Non so quando tornerò in campo, con gli infortuni di carattere muscolare bisogna avere pazienza. Intanto la scorsa settimana ho ricominciato a correre e faccio doppia seduta tutti i giorni. Io mi sento bene e sono ottimista". Queste le prime parole dell'attaccante al Messaggero Veneto, in vista della sfida del San Paolo di Domani. 

"L'accoglienza al San Paolo? Bella domanda. Con la società e la città mi sono lasciato bene, non credo mi avrebbero fischiato. Immagino sarebbe stata un’accoglienza normale. Per me sarebbe stata sicuramente una gara speciale, ma purtroppo non la posso giocare. Spero che l’Udinese torni con un punto, anche tre se possibile".

Ovviamente non sarà facile uscire imbattuti dal San Paolo, tuttavia l'Udinese ci proverà, provando in primis a fermare Gonzalo Higuain, suo ex compagno: "In questo momento è il “Pipita” il giocatore più decisivo del campionato. É un po’ quello che era lo scorso anno Tevez per la Juventus. Se ho sentito qualcuno? Negli ultimi giorni no".

Riguardo la squadra partenopea e l'esperienza seppur di pochi giorni fatta con Maurizio Sarri, Duvan parla così dei primi giorni di ritiro provando a spiegare i metodi del tecnico toscano: "Ho lavorato con lui nove giorni durante la preparazione e mi sono bastati per capire che ha un metodo di lavoro importante e idee di gioco valide. La squadra è quasi la stessa dello scorso anno eppure viaggia decisamente più forte. Il mister ha cambiato la mentalità. Ridimensionato Benitez? A questo punto direi proprio di sì".

Gli viene chiesto, qualora avesse giocato, di una possibile esultanza. Zapata riconosce e rispetta molto il suo trascorso in maglia azzurra, passaggio fondamentale nel suo processo di crescita e maturazione: "No. Napoli è stata la prima città nella quale ho vissuto in Europa, sono stato accolto e trattato molto bene, mio figlio Dayton è nato lì. Credo sia una giusta forma di riconoscenza e di rispetto per i tifosi del Napoli non esultare".

"Il ritorno a Napoli e la gara di ritorno? Il mio cartellino è di proprietà del Napoli, ma io oggi sono un calciatore dell’Udinese e se ci sarà da fare un gol non mi tirerò indietro. E se per quella rete i partenopei perderanno il primo posto cosa ci posso fare io? Napoli da Scudetto? In questo momento è la squadra favorita per come sta giocando. Poi magari tra un mese i giudizi cambieranno".

Infine, il colombiano parla del suo infortunio, della classifica dell'Udinese e delle chance stagionali della squadra friulana: "Il mio infortunio? Avrei potuto essere utile alla squadra. Lo dico senza presunzione e senza voler dire che chi sta andando in campo adesso non sta facendo bene. Mi dispiace non poter dare una mano, ma il destino ha voluto così". 

"Il problema è che alterniamo buone cosa ad altre meno. E in alcune gare abbiamo regalato il primo tempo come con Lazio, Milan e Roma. Adesso la classifica dice questo, magari dopo la sosta di Natale la classifica potrebbe parlare in maniera diversa. Lo sapete meglio di me, il calcio è imprevedibile. Diciamo che rispettare la media inglese sarebbe un bel bottino. Dico, quindi, dieci punti".