Anche ai ricchi manca qualcosa. Forse non al meraviglioso Bayern targato Pep, che corre, sorride e diverte già nell'esordio, condito da mille risvolti di campo e non, contro il Barca, che fu di Guardiola e che sarà del Tata Martino. Movimenti forti, scosse telluriche, pronte a destabilizzare il mercato dei grandi nomi. Si muove l'Inghilterra, si accende la Premier, che dopo l'egemonia spagnola, vuol tornare in auge, affrontando l'irriverente ascesa teutonica. Bayern e Borussia spaventano già, paion più forti, sempre più forti. Occorre allora una reazione. Manchester ha i suoi problemi. Lo United privo di Ferguson appare più debole, come vulnerabile. Manca quel parafulmine immenso che era Sir Alex, ben più di un allenatore. Un manager capace di chiudere ogni scricchiolio dentro i sacri muri dell'Old Trafford. Via lui, dentro Moyes, è scoppiata la grana Rooney. Wayne vuol andare e aldilà delle smentite di rito potrebbe essere accontentato. Mourinho spinge. Di ritorno ai blues, casa sua, vuol vincere. Subito. É nel dna dell'uomo di Setubal il trionfo. Non è ammessa la sconfitta. Vincere a ogni costo. Josè sa che ha una trequarti meravigliosa, ma manca un terminale offensivo letale. Torres è un campione, ma forse troppo lezioso, troppo “aggraziato” per il calcio mordi e fuggi di Mourinho. Rooney sarebbe perfetto. Il Manchester dal canto suo potrebbe far cassa e alzare l'offerta per Fabregas. Cesc spesso in discussione a Barcellona, tornerebbe in Premier, dove è esploso in maglia gunners per dar qualità a un centrocampo di muscoli e corsa.

Già l'Arsenal. Dopo anni, par voler tornare protagonista al tavolo del mercato. Wenger sbandiera ai quattro venti la disponibilità economica della sua squadra, ma per ora nulla di fatto. Un obbiettivo c'è. E che obbiettivo. Luis Suarez. Fenomeno tra i fenomeni. Attaccante di razza. Personalità ridondante, difficile da contenere. Se supera qualche limite caratteriale, se il genio soverchia la sregolatezza, un super affare. Il Liverpool per ora regge. Ha rifiutato offerte importanti. Rodgers ha costruito un undici di giovani talenti, con l'uruguaiano finalizzatore letale. Smantellare la sua creatura sarebbe un colpo al cuore, ma i soldi, si sa, contano parecchio. Luis dal canto suo aspetta. Vorrebbe vincere e sa benissimo che farlo con la maglia dei reds è impresa ardua. Sullo sfondo rimane il Real Madrid che, ceduto Higuain, punta tutto su Bale. L'accordo col giocatore c'è già, manca quello col Tottenham. Bale e poi Suarez, per il doppio colpo targato Florentino? Difficile, ma sarebbe un capolavoro. Occhio però a una clamorosa intromissione dei red devils per il gallese.

City e Psg non hanno bisogni d'altri acquisti, ma di certo hanno i loro problemi. I blu di Manchester hanno comprato e pagato. Forse strapagato. Sono arrivati Fernandinho, J.Navas, Jovetic e Negredo, a rinfoltire una trequarti e un attacco già tronfi di talento e campioni. Toccherà a Pellegrini amalgamare un gruppo in cui nessuno vuol fare un passo indietro. Via Tevez, Maicon , in bilico Kolarov. Possibile un puntello nel reparto arretrato?

A Parigi Al Khelaifi si è divertito. Ha spaventato il Barca paventando l'acquisto di Messi, ha chiuso per Cavani e Marquinhos e resta vigile in attesa di altri sfizi in grado di soddisfare il suo appetito. Eppure non sorride. Perché ha la grana Ibrahimovic. Zlatan non ha gradito l'arrivo del matador ed è pronto a bussare alla porta dello sceicco per chiedere l'adeguamento di uno stipendio già lauto. Vuol conferma di essere la prima donna tra le prime donne. Lui e poi tutti gli altri. Big oltre i big. Altrimenti se ne andrà, nonostante il contratto. Altri i problemi che hanno bloccato invece l'ultimo acquisto. Si era parlato di epatite per Marquinhos, in realtà par trattarsi di un virus che ha debilitato il giocatore. Perdita di peso e riposo obbligatorio. Nulla di grave però.