Ancora una volta la Red Bull di Sebastian Vettel ha dominato il weekend di Formula 1. Appuntamento in Corea, sul circuito di Yeongam, a qualche chilometro da Seoul. Fernando Alonso mette da parte i suoi sogni di gloria: il 6° posto lo elimina - quasi - ufficialmente dalla lotta per il mondiale.

Sebastian Vettel - voto 9,5: Ormai è inutile dirlo: Vettel ha quasi in tasca il 4° mondiale della sua - ancora breve - carriera. Nonostante la safety-jeep car, il maltempo scampato, lo spiattellamento e la partenza un po' minacciata dall'inglese Lewis Hamilton, il pilota Red Bull vince e convince - ancora di più - e porta a casa un tassello estremamente fondamentale per l'arrembante scalata verso la corona di campione iridato. Avrebbe potuto prendere di più, questo è certo: il vuoto attorno a sè, di una noia mortale ai limiti del sonno quasi letargo, fa davvero paura, per una lattina energetica del tutto regolare e alla ricerca della riconferma in campionato, ma si sa... il tedesco non è di certo un comico nato: "Rispetto a noi, gli altri mettono le palle a mollo in piscina molto presto al venerdì“. Va bene tutto, le vittorie, i super giri veloci, i grand chelem e i milioni di record battuti - alla faccia del buon kaiser -, ma troppa presunzione fa male per uno ancora "inesperto" e "poco umile" come Vettel. La risposta è arrivata subito da Nico Rosberg: “Forse non dovrebbe pensare alle mie palle, La mia squadra si spacca il culo e lui proprio non può sapere quanto lavoriamo rispetto a loro. I miei ragazzi lavorano come matti. Così facendo rischia di perdere il rispetto degli altri piloti".

Kimi Raikkonen - voto 9: Problema alla schiena, dolore lancinante, gamba fratturata, gesso alla mano, raffreddore, indigestione o cecità, il finlandese Ice Man occhi di ghiaccio è sempre presente. Qualifica a parte, la super garona del campione del mondo targato 2007 gli permette di portare a casa un secondo posto bello ed importante quanto una vittoria, soprattutto per il morale Ferrari, che sembra ormai quello di un cavallino per nulla rampante, anzi, a stento al trotto. Accantonato l'incidente a muro delle libere, Kimi ha sfoderato ancora una volta la sua classe da prestigiatore freddo, abile e silenzioso, che piace tanto al pubblico di tutto il mondo.

Romain Grosjean - voto 8: Sembra essersi svegliato da poco il buon Romano, ormai lontano dalle divertenti serate alle "macchine da scontro" della festa patronale estiva. Resosi conto di non giocare a Tekken su PS3 o a GTA, il francesino, tanto tenero quanto attento, porta a casa il podio, dopo piccole e inspiegate ramanzine al team radio o frecciatine al suo team manager. Un Grosjean così bravo non lo vedevamo, diciamo, dalla GP2, ma la pazienza e la lunga attesa hanno portato i loro frutti.

Nico Hulkenberg - voto 10: Dovrebbe essere un 9 abbondante, ma il 10 è perfetto lo stesso. Non lo voleva nessuno, scartato dalla Ferrari con un SMS - sarà vero? -, lontano dalla Red Bull, Mercedes, con una Lotus ed una - forse - McLaren in "riflessione" sul suo ingaggio o meno per la stagione 2014, Hulk versione super tira dal cilindro una prestazione degna di lode e bacio accademico. La Sauber è un po' alle pezze, ma lui sembra essere il Dio della cause perse - ma quello non era Massa? -: catorcio sotto il sedere, ma turbo nelle mani e potenza nella testa. Ecco la ricetta perfetta per la 4a posizione in quel di Yeongam.

Lewis Hamilton - voto 6: Non convince, lotta, fatica, sbaglia e rincorre, ma la Mercedes della gara domenicale in Corea sembra aver perso improvvisamente le ali - quelle che ti mette la Red Bull - rispetto al boom delle Q3 e, ancora di più, delle libere. L'inglese ce l'ha messa tutta, ma a fine corsa reclama: "Io e Fernando meritiamo di più". Fa perdere mille schedine e totoFormula1 a tutti coloro i quali avevano puntano sulla sua pole, o almeno il podio, ma non molla: Lewis sta facendo davvero tanto per questo team.

Fernando Alonso - voto 6- (quasi 5,5 và): stesso discorso fatto per Hamilton. El Nano perde punti, morale e anche un po' le staffe per una Ferrari che più che un missile e un'emblema di velocità, sound del motore, aerodinamica e potenza, sembra un tre ruote mezzo scassato. Nemmeno capace di superare una Sauber - motorizzata Ferrari - con un pilota del calibro dell'asturiano, la scuderia italiana punta ad un meeting di gruppo con i manager e i tecnici direttamente a Lourdes, biglietto di sola andata.