Soltanto un problema tecnico al duo d'argento poteva mettere un po' di pepe a questa Formula1, mestamente rassegnata e avviata a un dominio monomarca. Il guasto al sistema di recupero di energia, che di fatto ha lasciato a piedi Hamilton e tagliato le gambe al compagno, regala insolita adrenalina, suspense e incertezza, ma soprattutto offre un po' di gloria e gioia agli altri. E' stata una festa imprevista e all'ultima ora, dove hanno ballato le due lattine di Ricciardo e Vettel, mentre la Ferrari è rimasta timida e silenziosa in un angolo per tutto il tempo.

Dietro la Force India e la McLaren, con gentile concessione di Massa, la tanto attesa riscossa rossa non è arrivata, sciogliendosi come neve al sole nel caldo canadese. Mai in gioco, mai pericolosi, mai protagonisti, Alonso e Raikkonen forniscono una prestazione anonima e insapore dopo le sirene ben auguranti del Venerdì. Doveva essere il punto di svolta, si è rivelato una doccia fredda. Non essere in grado di approfittare dei colpi a vuoto dei primi, quando invece i tuoi rivali sono pronti e capaci a cogliere ogni occasione, brucia e preoccupa molto più del ritardo tecnico.

A Maranello non sono degli stupidi. Lavorano e studiano, analizzano e cercano. Gli aggiornamenti portati hanno trovato buoni riscontri e sicuramente il ritorno al vecchio cofano, causa alte temperature, ha influito. Non cambia però il fatto che rincorrere è sempre difficile e al momento il passo non è sufficiente, specie se confrontato alla Red Bull, che dipende da Renault e ha cominciato con test disastrosi e allarmanti.

E' notizia fresca il rinnovo di Adrian Newey proprio con la scuderia campione del mondo: qualcuno ritiene che il genio del circus, corteggiato pure dalla Ferrari, temesse un arrivo in Italia per la fretta e la pressione del risultato. E' infatti necessario tempo, organizzazione e chiarezza. E' fondamentale un progetto lineare e preciso. Servono stabilità e affiatamento, soprattutto nel team, come affermato da Eric Boullier.

Il presidente Montezemolo è sceso in prima linea, conosce e sa come ritrovare la via maestra. E' un sottile equilibrio tra calma e fretta, un gioco di velocità dove paradossalmente vince chi non ha limiti di tempo. E' una prova di pazienza, soprattutto per i piloti, soprattutto per Alonso, il più ferrarista di tutti, il fuoriclasse che non si risparmia pure lontano dai circuiti.

Piccoli passi, piccoli miglioramenti, con lo sguardo al futuro e all'obiettivo ultimo: questo al momento persegue e deve perseguire il cavallino rampante. Le docce fredde nella calda estate non sono dunque che un indicazione e un avvertimento di correzione, in definitiva un aiuto per raggiungere quella sopracitata strada maestra nel miglior modo possibile.